Campania News.Scavi di Pompei, 5 ordinanze cautelari Fatture gonfiate e opere non indispensabili
Inserito da :Sotgia Marcella .NAPOLI - Fatture gonfiate, lavori non indispendabili, presunta corruzione di funzionari pubblici, truffa allo Stato: finisce sotto la lente la «commissione commissariale» degli Scavi per i lavori eseguiti all'interno dell'area archeologica. Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Napoli, coordinate dal procuratore di Torre Annunziata Alessandro Pennasilico, hanno eseguito cinque misure cautelari. I finanzieri del gruppo di Torre Annunziata hanno, infatti, dato esecuzione a un'ordinanza agli arresti domiciliari nei confronti di Annamaria Caccavo, rappresentante legale della ditta «Caccavo» di Salerno, indagata per i reati di concorso in abuso di ufficio, corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio, frode nelle pubbliche forniture e truffa ai danni dello Stato. GLI ALTRI PROVVEDIMENTI - Altre tre misure cautelari del divieto di esercitare l'attività professionale nei confronti di tre ingegneri «esterni», incaricati dalla struttura commissariale: Lorenzo Guariniello, Vincenzo Prezioso e Antonio Costabile che sono indagati per corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio e truffa ai danni dello Stato. Infine sanzione interdittiva del divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione nei confronti della «Caccavo», oltre al sequestro preventivo della somma di 810.788,42 euro nei confronti di Annamaria Caccavo. Marcello Fiori INDAGATI FIORI E D'AMORA - Sono, altresì, indagati, Marcello Fiori - ex commissario straordinario per l'emergenza nell'area archeologica degli scavi di Pompei - per abuso d'ufficio continuato e Luigi D'Amora, direttore dei lavori nel periodo di «gestione commissariale»- per i reati di abuso d'ufficio, frode nelle pubbliche forniture e truffa ai danni dello Stato. Nei loro confronti è stata richiesta la misura della sospensione dal pubblico ufficio ricoperto. La procura ha ricostruito le «anomale» modalità con cui sono stati affidati taluni contratti relativi ai lavori eseguiti nell'area archeologica di Pompei a seguito della dichiarazione - nell'anno 2008 - dello stato di emergenza scaturito dalla situazione di grave pericolo in cui versava il patrimonio storico-artistico presente all'interno degli scavi. Il compito del commissario era quello di dare attuazione alle misure necessarie per la messa in sicurezza e la salvaguardia dell'area archeologica e, quindi, di occuparsi della realizzazione di opere di manutenzione ordinaria e straordinaria occorrenti per impedire il degrado dei beni archeologici e consentire la piena fruizione ai visitatori. LE ACCUSE ALL'EX COMMISSARIO - In particolare, la Procura contesta a Fiori alcuni aspetti della gestione dell'immenso sito archeologico. Anzichè predisporre opere in grado di arrestare il degrado degli scavi di Pompei e consentirne la fruizione ai visitatori, l'ex commissario straordinario Marcello Fiori - secondo gli inquirenti - si preoccupò di curare l' allestimento scenico del Teatro Grande e di acquistare attrezzature mobili per spettacoli teatrali: di qui l'accusa di abuso di ufficio. Fiori è accusato, nello specifico, di avere assegnato alla società Caccavo srl un appalto di 4.840.000 euro oltre Iva «sebbene - scrive nell'ordinanza il gip Claudio Marcopido - si trattasse di opere non indispensabili e completamente differenti da quelle oggetto degli originari contratti di appalto». Il decreto con il quale, nel luglio del 2008, era stato sancito lo stato di emergenza per l'area archeologica di Pompei, avrebbe imposto al commissario straordinario solo «l'attuazione di misure dirette alla messa in sicurezza e salvaguardia dell'area archeologica, tra cui la realizzazione di opere di manutenzione ordinaria e straordinaria occorrenti per impedire il degrado dei beni archeologici e consentirne la piena fruizione ai visitatori». L'appalto da lui affidato alla Caccavo srl, invece, riguardava «l'allestimento scenico del Teatro Grande e la fornitura di attrezzature». Il commissario, secondo il gip, lo assegnò inoltre «facendo ingiustificato e immotivato ricorso ai suoi poteri straordinari di deroga e quindi senza ricorrere alle procedure di evidenza pubblica». TEATRO E QUADRIPORTICO - La complessa attività investigativa svolta ha riguardato l'esecuzione dei «lavori di restauro, sistemazione e successivo allestimento scenico del Teatro Grande Odeion e del «Quadriportico dei Gladiatori», intervento che ha comportato una spesa per oltre 8 milioni di euro. OPERE DI QUALITA' INFERIORE - - Si sono, infine, addebitati alla struttura commissariale somme «artatamente» gonfiate - secondo i pm - e le opere sono risultate difformi e di qualità inferiore rispetto a quanto documentato e addebitato alla struttura commissariale. Ulteriori responsabilità sono emerse dalla disamina delle certificazioni attestanti il regolare stato di avanzamento dei lavori, nonché la conformità e la regolarità nell'esecuzione degli stessi.
06 febbraio 2013.Fonte Corriere del mezzogiorno