CONCORDIA SULLA SECCHIA E MODENA NEWS QUARTIERE NEL MIRINO Modena Est: «Ladri e rapinatori, viviamo blindati»
INSERITO DA ANGELA CECEREIndovinello. Di quale zona di Modena sei se... non metti più l’auto nel garage ma la lasci in strada e vai di corsa in casa, con già le chiavi in mano per aprire? Oppure se vai a fare la spesa senza più la borsetta ma mettendo i documenti e i soldi nei piccoli borselli che si portano al collo, come fanno i turisti che vanno all’estero? Oppure ancora se hai speso migliaia d’euro per mettere le inferriate e i cancelletti a porte e finestre perché i ladri si sono arrampicati sino al terzo o quarto piano. O anche se ti sei stancato di compare biciclette su biciclette perché te le hanno tutte portate via e ora sei un pedone assiduo? Inutile continuare a suggerire la soluzione, la risposata è facile. Modena est, quartiere nella prima periferia della città ma densamente popolato, collegato da lunghe e scorrevoli arterie e da tangenziale, ricco di insediamenti produttivi. È una zona quindi dinamica, con via vai di giorno sia di persone che vanno a lavorare fuori sia di persone che vi vengono a lavorare, famiglie che si spostano, che gravitano sul supermercato e sulla polisportiva. Poi col calare della di sera cala anche il sipario. Due rapine violente, una in modo particolare, con una anziana picchiata, derubata, umiliata e per solo per questioni di tempo non violentata. È l’episodio più eclatante che fa emergere un disagio già da tempo diffuso. La parola alle donne. Marian Petruzza, che lavora in polisportiva: «Abbiamo tutti paura. La gente di sera corre a casa e si chiude dentro, chiude tutto. Se succede qualcosa in strada si può urlare finché si vuole ma nessuno ti sente». Le due amiche Brunella Bulgarelli e Oriele Bosi: «Andiamo a fare la spesa in tuta, senza borsa e con la piccola sacca coi soldi al collo, infilata sotto ai vestiti. Altro che catenine, quelle ormai sono abolite. Se usciamo con la borsa la mettiamo a tracolla, la stringiamo non appena incrociamo qualcuno. Non siamo solo noi due, ma tante donne della nostra età. Le macchine le lasciamo parcheggiate fuori. È brutto vivere così». Enzo Fazzioli: «Abito al terzo piano di un condominio che nel tempo ha avuto viste al primo e al secondo. Tempo fa sentii un botto, mi affacciai o e c’era uno che era salito sul terrazzino arrampicandosi sulla grondaia. Mi ha visto e praticamente si è come buttato giù, l’ho visto che si allontanava zoppicando. Ho speso tr5emila euro per difendermi con cancelletti ed inferriate però è brutto doversi blindare, stare sempre sull’attenti. Quella povera signora viveva da sola, le hanno teso un agguato. È gente senza scrupoli e non si sa come difendersi da loro». Tre compagni di carte alla polisportiva, Paolo Selmi, Giuseppe Grandini e Ettore Luppi : «Cerchiamo sempre di fare attenzione. Porte chiuse, spostamenti rapidi. Ormai è d’abitudini nelle famiglie che se si deve fare una commissione invece che andarci in due, uno esce e l’altro resta a casa, per non lasciare tutto incustodito. Abbiamo avuto una serie infinita di furti, nei garage, negli appartamenti». Angiolino Luppi: «Mia figlia ormai lascia sempre l’auto in strada, perchè è il momento più pericoloso è quello quando si scende dall’auto per aprire il garage . È lì che avvengono gli agguati. Serve più illuminazione nella zona. In queste strade, più o meno, ci si conosce tutti: abbiamo notato che ogni tanto, e guarda caso poi arrivano i vario furti, c’è qualcuno che passa, che fa la ronda, a piedi, in auto, in bici. Osserva e studia. La polizia passa, bisogna riconoscerlo, ma forse servirebbe che un’auto si fermasse, per un po’ di tempo. Stesse nel quartiere, ferma, un po’ di vedetta. Sarebbe un segnale. E poi ci sono i finti addetti Hera. Io e la mia vicina abbiamo smascherato due ladre che ci stavano provando. Noi abbiamo capito l’inganno, ma altri...».
La Gazzetta di Modena