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Pubblicato da Michele Pappacoda mjcheva@live.it

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378476 2965150531479 1343120727 33169004 728182695 nINSERITO DA ANGELA CECERE

Uno su due. Per chi è su una carrozzella, il tram, a volte, è una nuvola gialla che corre veloce e sferraglia, ma ti lascia solo, alla banchina. Solo il 50 per cento dei tram torinesi, infatti, ha gradini ribassati che permettono a una sedia a rotelle di salire. L’altra metà, con gradini alti e quelle voragini che si creano tra il marciapiede e il mezzo di trasporto, è inaccessibile ed estremamente scomoda anche per chi – giovane o anziano – ha difficoltà motorie o semplicemente trasporta un bimbo su un passeggino o una carrozzina. Un quadro difficile, che corre sui 220 chilometri dei binari del tram a Torino, la rete tranviaria più antica d’Italia che conta oggi 12 percorsi. Un quadro totalmente diverso da quello della rete dei bus. Attualmente, infatti, 850 degli oltre mille autobus che coprono le linee urbane e suburbane Gtt sono accessibili ai disabili. Anzi. È prevista, nel mese di giugno, la messa su strada di un altro centinaio di mezzi (a dicembre ne erano arrivati otto nuovi, sempre conformi agli standard): porteranno la percentuale dei bus compatibili con le carrozzine sopra il 90 per cento. Il motivo della differenza lo spiega Guido Bordone, il manager che in Gtt si occupa proprio di disabilità: «La sostituzione dei tram è molto più difficoltosa, dato che un bus costa 200 mila euro e un tram arriva costare fino a dieci volte tanto». In Circoscrizione Due, dove si sta avviando, sotto la spinta della coordinatrice all’urbanistica Raffaella Perrone, un progetto pilota per mappare i punti inaccessibili del territorio, Bordone spiega dettagliatamente ai comitati di quartiere la situazione: «Dopo gli Anni Ottanta i tram comprati avevano tutti il pianale ribassato. Quelli precedenti, i tram gialli, sono invece inaccessibili». Una flotta più vecchia, dunque, ma ancora in funzione: «I tram a differenza dei bus sono molto più robusti e durano di più. Per questo circolano ancora». Esistono così alcune linee centrali per il trasporto pubblico che risultano off-limits, come ad esempio la 3 e la 13 che tagliano a croce la città e sono ancora servite dai tram vecchi. Proprio la 3 in questi mesi è oggetto di lavori ed è stata spostata temporaneamente su gomma ed è dunque più funzionale. «La 4, però, usata da 70 mila persone e la più conosciuta di Torino, è sempre utilizzabile anche dalle carrozzine». Maurizio Marrone, capogruppo Pdl in consiglio, proprio nel luglio scorso, sollecitato da alcuni comitati di quartiere, aveva presentato un’interpellanza in Comune sull’argomento. «Dalle nostre ricerche allora era emerso che i bus sono sempre preferibili ai tram perché il sistema di avvicinamento delle pedane è migliore – spiega -. Il Comune ci ha promesso massima attenzione sulla partita: noi siamo qui a vigilare». E Paolo Osiride Ferrero, presidente della Consulta per le persone in difficoltà di Torino, che plaude al lavoro fatto da Gtt sui bus, anche per contrastare questo problema al parco tram, avanza una proposta, già sottoposta all’assessore ai trasporti Claudio Lubatti: «Ho chiesto una linea di telefono dedicata al quale solo i disabili possano chiamare per essere informati dell’arrivo dei mezzi e della loro accessibilità – dice – Ora controlliamo su internet o attraverso la app per smartphone e tablet: ma in vista di una città sempre più accessibile è fondamentale». Chiara Priante La versione integrale di questo articolo è disponibile all’indirizzo:

www.lastampa.it

13 FEBBRAIO 2013