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Pubblicato da Michele Pappacoda mjcheva@live.it

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378476 2965150531479 1343120727 33169004 728182695 nINSERITO DA ANGELA CECERE

MILANO - «È ora di pensare all'interesse del Paese», così Giorgio Napolitano si è espresso in merito all'attuale sitiazione politica italiana. «Senza dubbio in questo momento abbiamo bisogno di unità», ha continuato,«Abbiamo bisogno di unità, ma anche di pensare adesso all'interesse generale del Paese e di dare continuità alle nostre istituzioni democratiche», ha aggiunto il capo dello Stato, poco prima di lasciare le Fosse Ardeatine. «Bisogna dare continuità alle nostre istituzione democratiche», ha sottolineato il presidente parlando con i giornalisti a margine della cerimonia in ricordo della strage delle Fosse Ardeatine. GRILLO: "AUTORITARIA LA SCELTA GRASSO-BOLDRINI" Duro attacco di Grillo ai presidenti delle Camere . In un post sul suo blog, il leader 5 Stelle dice che Laura Boldrini e Piero Grasso sono «la più moderna manifestazione della partitocrazia». Grillo sostiene che i due presidenti non sono stati «democraticamente scelti» con votazioni nei loro gruppi, ma nominati da Bersani. «Laura Boldrini e Piero Grasso - si legge nel post non firmato e dunque attribuibile a Grillo - sono celebrati dai giornaloni e dai partiti come le effigi del cambiamento, il segno del rinnovamento, l'espressione della società civile (dando così implicitamente per scontato la società civile non sia mai stata rappresentata). In realtà sono la più moderna manifestazione della partitocrazia. Foglie di fico: brave persone accuratamente selezionate per coprire personaggi che sanno benissimo di essere impresentabili, ma che in questo modo continuano a sopravvivere». «Nè la Boldrini, nè Grasso - si legge ancora - hanno partecipato alle Buffonarie del pdmenoelle, ma sono stati nominati e inseriti nelle liste direttamente dai rispettivi capi Vendola e Bersani. Nè la Boldrini nè Grasso sono stati democraticamente scelti per il loro attuale ruolo istituzionale attraverso votazione del gruppo parlamentare di appartenenza, come avvenuto per i candidati presidenti del M5S, ma ri-nominati da Bersani. Nella democrazia bersaniana non servono votazioni, basta nominare le »persone giuste« e farle ratificare dall'assemblea per acclamazione. Porcellum style. 'L'assemblea ha accolto la proposta con degli applausi all'annuncio dei nomì. Togliattiane reminiscenze», si conclude. IL MESSAGGIO DI BERLUSCONI A BERSANI Un governo in cui il Pdl abbia lo stesso peso del Pd potendo incidere su tutto il programma (il «compromesso» come lo ribattezza in privato il Cavaliere); e poi garanzie per l'elezione del nuovo capo dello Stato. Il messaggio che Silvio Berlusconi invia a Pier Luigi Bersani dal palco della manifestazione del Pdl a piazza del Popolo è chiaro: non accetto doppi binari, ma solo una compartecipazione piena. PDL PRONTO A CAMPAGNA ELETTORALE I toni che il Cavaliere sceglie sono quelli di un comizio da campagna elettorale vecchio stile. E la risposta della piazza lo galvanizza tanto che rientrato a palazzo Grazioli con i suoi fedelissimi, l'ex capo del governo propone di organizzare una sorta di mobilitazione perenne con un calendario di manifestazioni anche nelle città del Sud e al Nord. Quella di oggi per Berlusconi rappresenta una sorta di test nel caso in cui il tentativo di un esecutivo di larghe intese, anche con un premier diverso da Bersani (ipotesi che a palazzo Grazioli viene vagliata con attenzione), dovesse fallire: «Siamo la maggioranza del Paese» è l'esordio dal palco da dove parla per circa un'ora senza nessun dirigente al fianco (Alfano salirà solo alla fine per i saluti) mettendo in chiaro la sua disponibilità a iniziare «una nuova battaglia elettorale per il bene del Paese». MONTI SUPINO A INDIA, BERSANI PRECARIO Berlusconi è un fiume in piena, attacca i suoi ex alleati ed in particolare Gianfranco Fini «gli mando un saluto, sono convinto che a Montecarlo non se la passi male..». Il tono si fa ancora più pesante con Mario Monti «è stato supino con la Germania, ora anche con l'India» dice riferendosi ai due Marò, ma finire poi veramente nel mirino del Cavaliere è Pier Luigi Bersani: «Avete visto - grida alla folla - come lo ha ridotto il giaguaro?». Berlusconi ci tiene a precisare come al segretario del Pd sia stato dato un «incarico precario»; l'accusa che rivolge al leader pd è che che invece di guardare alle «forze responsabili» continua ad inseguire Grillo ed i suoi parlamentari, bollati come «turisti della politica». GOVERNISSIMO O AL VOTO L'avvertimento al Pd è chiaro: «O si fa un governo con tutte le forze responsabili oppure si torna al voto. Alternative non ce ne sono». Parole che suonano come un ultimatum e che servono all'ex capo del governo per compattare il partito, galvanizzare i militanti ed alzare il prezzo in vista dell'incontro con il Pd con cui ci sono già contatti informali tipo la chiacchierata di oggi tra Bersani ed Alfano, entrambi presenti ai funerali di Manganelli. Lo schema del Cavaliere, d'altronde, è quello di giocare su piùtavoli: tenere il Pdl in fibrillazione e, contemporaneamente portare avanti le trattative. Il perno di tutto resta l'elezione del presidente della Repubblica, è lui che deve essere il garante dell'accordo tra le due forze per un governo di larghe intese. Le lodi a Giorgio Napolitano non sono casuali, è all'attuale capo dello Stato che Berlusconi continua a guardare considerando la rielezione dell'attuale inquilino del Colle il punto di caduta per chiudere un'intesa con Bersani. I tempi, stando anche ai conteggi fatti dal Pdl, coincidono e comunque l'intenzione dell'ex premier è quella di aspettare proprio l'esito di quella votazione prima di dare il suo ok definitivo ad un governo di larghe intese. LEGITTIMO IMPEDIMENTO La Corte d'appello di Milano ha accolto la richiesta di legittimo impedimento avanzata da Silvio Berlusconi e ha rinviato l'udienza al 20 aprile per un'eventuale decisione sulla richiesta di sospensione legata all'istanza di remissione del procedimento. Respinta l'istanza di legittimo impedimento per i legali. Per quanto riguarda l'impedimento dell'ex premier, è stato riconosciuto legittimo poichè si può «inquadrare - secondo i giudici- in un contesto istituzionale» rientrando negli appuntamenti necessari per la formazione del nuovo governo. Non è stato invece ritenuto legittimo l'impedimento per i legali dell'ex premier Niccolò Ghedini e Piero Longo. In attesa di discutere dell'istanza di remissione, assegnata ieri alla sesta sezione della Corte Costituzionale, il processo, e la relativa prescrizione, è stato sospeso fino al 20 aprile quando si tornerà in aula. IL PROCESSO RIPRENDERÀ IL 20 APRILE Con la decisione di accogliere il legittimo impedimento di Silvio Berlusconi e rinviare l'udienza tra circa un mese, il processo d'appello sul caso Mediaset, anche se non è stato formalmente sospeso in attesa della decisone della Cassazione sull'istanza di rimessione, è in sostanza entrato in stand-by. In aula, dunque, si tornerà il 20 aprile. Per quel giorno, secondo voci circolate stamani al Palazzo di Giustizia di Milano, la Suprema Corte dovrebbe aver già deciso sull'istanza di trasferimento del procedimento a Brescia in quanto l'udienza per la trattazione della 'legittima suspicionè anche se non è ancora ufficiale, sarebbe stata fissata, come ha riportato il Sole24ore, il 18 aprile. Qualora invece la Cassazione non si sia ancora pronunciata, durante l'udienza si discuterà nel contraddittorio tra le parti della eventuale sospensione del dibattimento. Sospensione sulla quale oggi ha insistito, senza ottenerla in modo formale, l'ex premier e alla quale si è opposto il pg. BERLUSCONI E IL CASO MEDIASET Silvio Berlusconi, tra gli imputati a Milano al processo sul caso Mediaset, tramite la difesa ha insistito nel chiedere alla corte d'appello l'immediata sospensione del dibattimento per via dell'istanza di rimessione ieri assegnata alla VI Sezione della Cassazione. A tale richiesta l'avvocato generale Laura Bertolè Viale si è opposto chiedendo lo stop del provvedimento solo a discussione finita. SI INSISTE PER SOSPENDERE IL PROCESSO Silvio Berlusconi e i suoi legali, assenti oggi in quanto impegnati a Roma in mattinata in una riunione dell'ufficio di presidenza del Pdl e nel pomeriggio nella manifestazione in piazza del Popolo, hanno nominato un sostituto processuale, l'avvocato Lisa De Furia alla quale hanno solamente affidato il compito di insistere nella richiesta di sospensione del processo a causa dell'istanza del suo trasferimento da Milano a Brescia, e in seconda battuta nel rinvio dell'udienza di oggi per via del legittimo impedimento dell'imputato e dei suoi legali. L'avvocato De Furia ha infatti spiegato che «la questione della sospensione è preliminare e assorbente di ogni altra attività processuale», e ha fatto notare alla corte che l'assegnazione dell'istanza di remissione alla VI sezione della Cassazione, «che non è una sezione filtro» richiede l'applicazione del II comma dell'art.47 del codice di procedura penale in base al quale lo stop «è obbligatorio». Alla richiesta di fermare il dibattimento si sono associate le difese di tutti gli altri imputati che per quanto riguarda l'istanza di legittimo impedimento del Cavaliere e dei suoi difensori si sono rimesse alla corte. Il pg Bertolè Viale invece si è opposta ad entrambe le richieste. Ha ritenuto «che non sussistano i motivi per un impedimento assoluto in quanto» gli impegni di oggi «non sono attività parlamentare, ma politica». Riguardo invece alla richiesta di stop, richiamandosi non solo all'art.47 del codice di procedura penale ma anche a due provvedimenti della Corte Costituzionale del 2004 e del 2008, si è opposto sottolineando che la giurisprudenza in una fase così delicata «in cui ci troviamo, che è stata definita addirittura fase qualificata», e cioè al termine delle arringhe difensive (mancano gli avvocati solo di due imputati) «non sussiste il dovere del giudice di sospendere ma solo di emettere sentenza». Quindi il pg ha chiesto di sospendere il procedimento a «discussione finita» e prima del verdetto perchè «è inutile arrampicarsi oltre». I giudici sono ora in camera di consiglio per decidere su entrambe le richieste.

FONTE LEGGO.IT

24 MARZO 2013