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Pubblicato da Michele Pappacoda mjcheva@live.it

 

553987 4875306964196 493515398 nINSERITO DA ANGELA CECERE

ROMA In principio è stato Lorenzo Battista, senatore triestino del Movimento 5 Stelle, a definire «una follia» la linea di Beppe Grillo a favore del mantenimento del Porcellum: «Piuttosto che tornare al voto con il Porcellum, il M5S è disposto a mettersi intorno a un tavolo e a discutere una nuova legge elettorale». Poi è toccato al collega Luis Orellana sostenere la necessità di dialogare con le altre forze politiche, ricordando a Grillo che i parlamentari non sono soldatini: «Non capisco perché non dovrei usare il cervello. Io penso che sia un errore andare al voto con il Porcellum». Adesso, però, i parlamentari grillini sono allo scontro aperto e il rischio di una scissione aumenta con l’avvicinarsi del dibattito sulla legge elettorale a Palazzo Madama, dove molti di loro ora manifestando pubblicamente il proprio disagio. Lo ha fatto Francesco Molinari, nei giorni scorsi, proprio in riferimento al Porcellum: «Pensare che questa legge infame possa essere funzionale al nostro Movimento è frutto proprio di quella politica che combattiamo». Su posizioni analoghe sono anche Francesco Campanella, Elena Fattori, Alessandra Bencini, Monica Casaletto, Maria Mussini, Fabrizio Bocchini, e la contestazione ha già preso piede pure a Montecitorio, dove Alessio Tacconi ha contestato l’ostracismo cui sono costretti a soggiacere tutti i parlamentari non allineati che chiedono un referendum on-line tra gli attivisti per decidere la linea. CLIMA TESO Richiesta che ha già prodotto uno scambio di insulti in rete. Autrice, la questore del Senato Laura Bottici che ha invitato gli aperturisti a unirsi al Pd: «Trasferite a loro il virus della buona politica, per il resto vaffanculo». L’invito fa il paio con quello contenuto nello stornello composto ad hoc e diffuso nei giorni scorsi dalla senatrice Paola Taverna: «Perché non ve ne andata felici e contenti?». Parole che non sono piaciute al deputato Tancredi Turco: «Credo non convenga a nessuno che ci siano fuoriuscite». Turco è uno di quelli che prova a salvare il salvabile. Come Tommaso Currò, secondo cui basterebbe un ritocco minimo al Porcellum, che modifichi il premio di maggioranza al Senato. E Danilo Toninelli starebbe per presentare una proposta in tal senso. Il clima, però, resta pessimo, come confermava ieri l’eurodeputata Idv Sonia Alfano: «Almeno il 20% di senatori e deputati non si ricandiderà più, visto il clima. Tra i grillini il numero dei cosiddetti dissidenti sta crescendo. Oscilla in base agli umori della politica. Comunque possiamo già parlare di un numero utile per la fiducia. Siamo a ben oltre 10, direi 15. Sono disposti a discutere alcuni punti imprescindibili sulla base dei quali costruire una intesa col Pd, ma sono in difficoltà perché dal Pd non arrivano i segnali che si aspetterebbero». A tendere loro la mano, invece, sarebbero i fuoriusciti dal Movimento. Lo ha già anticipato Adriano Zaccagnini, passato al gruppo Misto in un’altra tornata di polemiche: «Ci stiamo confrontando, non c’è ancora nulla di ufficiale ma stiamo riflettendo su una riorganizzazione dei processi interni al Movimento». L’obiettivo è costruire un nuovo movimento, scevro dai diktat imposti da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Un dialogo che avviene dentro e fuori dal Parlamento, in cui oltre all’epurata Adele Gambaro e alla transfuga Paola De Pin, è coinvolto anche il primo dei ribelli, Giovanni Favia.di Sonia Oranges

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01.09.2013.