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Pubblicato da Michele Pappacoda mjcheva@live.it

http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/campania/media/foto/2013/01/21/unionicivili--180x140.jpg?v=20130121095836

 

378476 2965150531479 1343120727 33169004 728182695 nINSERITO DA ANGELA CECERE

Depositata dalle associazioni la bozza di delibera Novità per famiglie di fatto, eterossessuali e omosessuali BARI - Famiglie di fatto, cioè conviventi eterosessuali e omosessuali legati dal vincolo dell’affetto, registrate anche a Bari. Attraverso una dichiarazione congiunta che apre la strada a diritti: diritto alla casa, ai servizi sanitari e sociali, alla scuola e ai servizi educativi, alla partecipazione. Perché, anche se una legge dello Stato non c’è, il Comune «può operare nell’ambito delle proprie competenze per promuovere pari opportunità alle coppie di fatto, favorendone l’integrazione sociale e prevenendo forme di disagio», e per raggiungere questo obiettivo «è necessario stabilire forme di identificazione delle unioni civili basate sul vincolo affettivo». Lo rivendicano nella bozza di delibera che, nel solco di quanto già stabilito in città come Milano e Napoli, è stata depositata in Comune, le associazioni riunite nel tavolo tecnico lgbtqi (a tutela dei diritti delle persone con diverso orientamento sessuale). La bozza è stata elaborata dalle associazioni che da diversi mesi sono al lavoro con l’amministrazione comunale. Il sindaco Michele Emiliano si era impegnato a portare in giunta questa delibera già entro la fine di gennaio. E, benché la scadenza sia vicina, non è detto che non ci riesca. La proposta delle associazioni, ora all’attenzione dell’amministrazione, si basa sui principi fissati dall’articolo 2 della Costituzione («la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità») e dalla sentenza della Corte costituzionale 138 del 2010 («Per formazione sociale deve intendersi ogni forma di comunità, semplice o complessa, idonea a consentire e favorire il libero sviluppo della persona nella vita di relazione, nel contesto di una valorizzazione del modello pluralistico»). Richiama poi le direttive europee sul diritto di circolazione dei cittadini dell’Unione e sul diritto al ricongiungimento familiare. Certo, è pur vero che l’Italia non ha una legge che riconosca le coppie di fatto. Cosa si chiede, quindi, a un ente locale? «Ancorché la creazione di un nuovo status personale non può che spettare al legislatore statale — è scritto nella proposta di delibera — il Comune ha la possibilità di operare per le finalità ad esso assegnate dall’ordinamento»: promuovere le pari opportunità per le unioni di fatto, favorirne l’integrazione sociale, prevenire le forme di disagio. «Tutto ciò premesso, la giunta delibera di approvare la proposta di istituzione del registro delle unioni civili presso il Comune di Bari». Per iscriversi saranno necessarie «esclusivamente una domanda e una dichiarazione congiunta da compilarsi presso gli uffici del servizio anagrafe». La delibera sarà corredata di un regolamento che fissa le attività di sostegno alle unioni civili (il riconoscimento, per esempio, darebbe diritto a partecipare alle graduatorie per l’assegnazione di contributi per l’affitto o di case popolari)e le modalità di rilascio dell’attestato di «famiglia anagrafica alle unioni civili basate su vincolo affettivo, inteso come reciproca assistenza morale e materiale». Per iscriversi nessuna cerimonia «paramatrimoniale», ma una richiesta congiunta degli interessati all’ufficio anagrafe. E per cancellarsi nessun ricorso al tribunale, naturalmente, ma soltanto il venir meno della condizione di convivenza o la richiesta di una o entrambe le parti interessate. A questo punto, fissate le regole, tocca alla politica. Emiliano, a fine novembre scorso, si è impegnato con le associazioni ad approvare la delibera istitutiva del registro entro il 31 gennaio, e a farsi portatore di questa istanza presso le forze politiche. Già allora, istituendo il tavolo tecnico, il provvedimento impegnava formalmente l’amministrazione comunale a «rendere effettivo e operativo il regolamento anagrafico del Comune di Bari»: una registrazione delle convivenze, senza la precisazione del vincolo d’affetto, è possibile dal 2007, ma ha finalità esclusivamente statistiche. Renderlo operativo, ora, significa consentire a chi si registra di «accedere ai servizi e ai benefici sociali senza alcuna distinzione determinata dallo status giuridico e dall’orientamento sessuale, ai sensi dell’articolo 2 della legge regionale 19 del 2006». Spiegava Emiliano: «Il registro altro non vuol essere che la disponibilità dell’amministrazione, pur nei limiti della Costituzione, a dare risposta a ciascun cittadino alla legittima esigenza di rendere noto alla comunità il suo compagno o compagna di vita. Senza conflitti con il rispetto della famiglia tradizionale».

FONTE CORRIERE DEL MEZZOGIORNO

21 GENNAIO 2013