NEWS ITALIA E DAL MONDO FERRARA VIGILESSA KILLER CONFESSA: "HO UCCISO MIO MARITO NEL SONNO, TEMEVO BEVESSE TROPPO"
INSERITO DA ANGELA CECERE
FERRARA - Un gesto di follia quelle di Donatella Zucchi, la vigilessa che ha ucciso suo marito nel sonno. Ieri la donna, a seguito di un lungo interrogatorio ha confessato: «l'ho ucciso mentre dormiva, poi ho ripulito tutto, mi sono lavata, sono uscita a buttare via il materasso in un cassonetto e ho infilato il cadavere in un bidone tirandolo su per i piedi». Così riporta il Corriere.it. Dopo la donna è andata a trovare la madre, ricoverata in una clinica di Bologna ed è stata via tutto il giorno rispondendo al telefono alle domande dei colleghi che si chiedevano dove fosse il marito assente a lavoro: «Non so dove sia, non lo vedo da ieri sera». Poi tornata a casa ha dormito con il corpo del marito a pochi passi da lei e giovedì ha chiamato un amico raccontandogli alcuni dettagli. È stato prorpio l'uomo ad allertare gli inquirenti. LE PAURE DELLA DONNA «Ero terrorizzata», ha detto Donatella durante l'interrogatorio credendo che il marito avesse dei problemi con l'alcol, «la donna di servizio ha trovato una bottiglia di liquore nascosta dietro una fotografia del nostro matrimonio». La donna è stata segnata da una vita difficile. la morte violenta del padre, ucciso da un colpo di fucile durante un litigio con la moglie e la mancanza di bambini da lei tanto desiderati. «Io e Vincenzo abbiamo provato ad avere dei bambini» ha detto Donatella. «Io non potevo averne e così abbiamo tentato con l'inseminazione artificiale a Bruxelles. Per cinque volte non è andata bene, poi sono rimasta incinta ma purtroppo ho abortito». L'AIUTO DEL MARITO La vittima, Vincenzo Brunaldi, doveva amarla molto al punto di capire i suoi problemi e cercare di curarli. Nel suo computer è stato trovato un file "programma per Donatella", in cui cercava di curare il problema legato alle forti emicranie che da tempo erano diventate insopportabili per la moglie. Ma pare che la donna avesse interrotto il programma.
FONTE LEGGO.IT
27 GENNAIO 2013