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Pubblicato da Michele Pappacoda mjcheva@live.it

421449 341488462636967 1517554003 nInserito da :Sotgia Marcella ROMA - Marcello Dell'Utri è stato condannato a sette anni dalla Corte d'appello di Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa. I giudici hanno così confermato il verdetto di appello emesso il 29 giugno del 2010, che condannava il senatore del Pdl assolvendolo, però, dei reati a lui contestati dal '92 in poi. Il pg di Palermo Luigi Patronaggio ha poi chiesto l'arresto, per pericolo di fuga, dell'ex senatore. Non èancora nota la decisione della corte. Nel verdetto di condanna emesso oggi la Corte, presieduta da Raimondo Lo Forti, fa riferimento alla sentenza del tribunale che aveva condannato l'imputato a 9 anni e, vista l'assoluzione in appello ormai definitiva dei fatti successivi al '92, determina la pena a 7 anni di carcere, la stessa pena del primo processo d'appello, poi annullato dalla Cassazione. Secondo l'accusa, per oltre 30 anni l'ex manager di Publitalia avrebbe avuto rapporti con personaggi di spicco di Cosa nostra facendo anche da «mediatore» di una sorta di accordo protettivo stretto tra Silvio Berlusconi e le cosche. Un patto costato fiumi di denaro all'ex premier che, pagando, avrebbe tenuto al sicuro sè e i suoi familiari dalle minacce mafiose. «Speravo in un'altra sentenza, ma accetto il verdetto», ha commentato l'ex senatore del Pdl. «Il romanzo criminale continua...», ha aggiunto. «Naturalmente speravo in un'assoluzione - ha continuato - ma sapevo anche che poteva essere una condanna. Ne prendo atto». Dell'Utri è stato condannato anche al risarcimento delle parti civili: 3.500 euro per la provincia regionale di Palermo e 7.800 euro per il comune di Palermo. «Se arrivasse la prescrizione direi come Andreotti: sempre meglio di niente», ha poi aggiunto Dell'Utri, commentando la possibilità che le accuse di concorso in associazione mafiosa possano essere prescritte se la Cassazione non si pronunciasse entro il 2014. «È una possibilità - ha detto - staremo a vedere. I calcoli li fanno gli avvocati e i giornalisti. Io attendo». «Dopo 20 anni nulla ci coglie più di sorpresa, ma siamo amareggiati. Auspicavamo un esito favorevole già in questo grado, faremo ricorso in Cassazione come avrebbe fatto il procuratore generale in caso di assoluzione», ha detto l'avvocato Giuseppe Di Peri, legale dell'ex senatore. «È stata riconosciuta la colpevolezza dell'imputato per le accuse che gli sono state contestate fino al '92. Ci riteniamo soddisfatti e pensiamo che sia stata fatta giustizia», ha detto il pg Luigi Patronaggio commentando la condanna. Ai giornalisti che gli chiedevano se la Procura generale chiederà l'arresto di Dell'Utri il magistrato ha riposto: «non è dato saperlo». La lunga vicenda giudiziaria di Dell'Utri comincia nel 1994 con la sua iscrizione nel registro degli indagati. Il 26 novembre del 1996 ha inizio l'udienza preliminare. Dell'Utri viene rinviato a giudizio. Il 5 novembre dell'anno successivo prende il via il dibattimento che si conclude l'11 dicembre del 2004 con la condanna dell'ex manager di Publitalia a 9 anni di carcere. L'appello, cominciato nel 2006, riapre l'istruttoria dibattimentale: nel processo entrano, tra l'altro, le dichiarazioni del nuovo pentito Gaspare Spatuzza. Il verdetto arriva il 29 giugno del 2010: una nuova sentenza di condanna, stavolta a 7 anni. Dell'Utri è colpevole, ma solo per le condotte antecedenti al 1992, anno a partire dal quale non risulterebbero più provati, per la corte, i suoi rapporti con la mafia. La sentenza della Cassazione, emessa il 9 marzo del 2012, è una sorpresa: la decisione del secondo grado viene annullata con rinvio. I magistrati romani ritengono provate le collusioni mafiose dell'ex manager fino al 1977. Per le accuse relative al periodo che va dal '77 al '92, è tutto da rifare. I supremi giudici fissano rigidi paletti entro i quali la nuova corte d'appello a cui rinviano il processo dovrà muoversi e rivalutare le imputazioni. In particolare la Cassazione evidenzia lacune nella motivazione della sentenza di secondo grado per le contestazioni relative al periodo che va dal 1978 al 1982 e dal 1982 al 1992. Confermata, invece, l'assoluzione per le accuse successive al 1992 per le quali la sentenza è definitiva. I nuovi giudici di appello procedono a spron battuto e, tenendo conto del rigido sentiero tracciato dalla Cassazione e del rischio prescrizione che incombe sulle imputazioni più vecchie, respingono la stragrande maggioranza delle richieste istruttorie del pg Luigi Patronaggio, tra le quali quella di sentire a dibattimento Berlusconi, e dei difensori, Giuseppe Di Peri, Pietro Federico e Massimo Khrog. Il processo comincia il 18 luglio del 2012. L'accusa chiede la conferma della condanna a 7 anni. Domani il verdetto.

Fonte Il Mattino