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Pubblicato da Miki Pappacoda

GIORNALINO ASSOCIAZIONE DIVERSABILI PENISOLA SORRENTINA DELLA DOTT.ROSA DE MARTINO Disturbo dello Spettro Autistico: uno studio dimostra che un batterio può mitigare i sintomi psicosociali

INSERITO DA MORENA MOTTA Sono interessanti i risultati ai quali è giunto uno studio internazionale, con partecipazione anche italiana, che ha dimostrato l’efficacia di un ceppo del batterio Lactobacillus reuteri, probiotico normalmente presente nel microbiota intestinale, per ridurre i sintomi psicosociali delle sindromi dello spettro autistico

L’ASSE INTESTINO-CERVELLO
Lo studio, che in Italia ha visto capofila il Policlinico Tor Vergata in collaborazione con la Fondazione Santa Lucia IRCCS di Roma, è partito dalle evidenze già note in letteratura sulle potenzialità dell’intestino nella risoluzione di disturbi neurologici e psichiatrici. In particolare il microbiota intestinale, ossia l’insieme di batteri, funghi, virus e altri organismi che aiutano ad assimilare cibi complessi e forniscono una barriera fondamentale per proteggerci dalle infezioni. Il Disturbo dello Spettro Autistico, in particolare, è tra le condizioni sulle quali la ricerca si è maggiormente concentrata per comprendere la relazione tra l’asse intestino cervello e i sintomi peculiari dell’autismo, evidenziando un’aumentata incidenza di disturbi gastrointestinali e di profili di microbiota differenti nei bambini con autismo rispetto a bambini neurotipici.

LO STUDIO
Partendo da questi dati un’equipe internazionale di ricercatori appartenenti a istituti di ricerca europei e statunitensi ha sperimentato l’efficacia di una specifica combinazione di ceppi probiotici somministrati attraverso un’integrazione dell’alimentazione, nel contesto di un trial clinico randomizzato a doppio cieco, controllato con placebo che ha coinvolto 43 bambini tra i 4 e gli 8 anni.
L’intero progetto è durato più di 3 anni, e i risultati ottenuti sono stati pubblicati sulla rivista Cell Host & Microbe.

I RISULTATI DELLO STUDIO
Per questo studio sono stati analizzati, con tecniche avanzate di ultima generazione il microbiota intestinale e il sistema immunitario, due componenti essenziali dell’asse intestino-cervello. I risultati ottenuti hanno dimostrato che l’assunzione di una particolare combinazione di Lactobacillus reuteri (un prodotto contenente i ceppi ATCC-PTA-6475 e DSM-17938) migliora il funzionamento prosociale nei bambini con autismo che hanno partecipato allo studio. È stato inoltre riscontrato che la supplementazione probiotica non altera il microbioma intestinale e il profilo immunitario dei bambini.
Il lavoro dei ricercatori su modelli sperimentali ha inoltre dimostrato l’efficacia del singolo ceppo specifico di Lactobacillus reuteri (ATCC-PTA-6475).

NECESSARI ALTRI STUDI
Spiega il prof. Luigi Mazzone, Neuropsichiatra Infantile del Policlinico Tor Vergata di Roma “Il trial che abbiamo realizzato ha confermato che l’assunzione di terapie integrative con probiotici è un campo di ricerca molto promettente: i pazienti che abbiamo coinvolto, pur non avendo un miglioramento dei sintomi generali hanno ottenuto degli evidenti benefici nel funzionamento sociale in particolare sulle abilità sociali adattive.  Alla luce di quanto emerso dal nostro studio e in linea con quanto presente in letteratura, riteniamo utili studi più ampi, che permettano di approfondire gli effetti specifici di singoli ceppi sulla sintomatologia autistica”.
Conclude la dott.ssa Elisabetta Volpe: “Uno dei punti di forza del nostro studio è la sua multidisciplinarietà che ci ha permesso di analizzare più mediatori della comunicazione intestino-cervello, come comportamento, microbiota e sistema immunitario, e ritengo che ulteriori studi in questa direzione ci permetteranno di individuare i fattori biologici associati alle disfunzioni comportamentali, utili per una migliore comprensione dell’autismo”.

EQUIPER DI RICERCA
Hanno collaborato l’equipe di ricerca di neuropsichiatria infantile del prof. Luigi Mazzone del Policlinico Tor Vergata di Roma, il laboratorio di Neuroimmunologia Molecolare della Fondazione Santa Lucia IRCCS di Roma, diretto dalla dott.ssa Elisabetta Volpe, l’equipe del prof. Mauro Costa Mattioli del Baylor College of Medicine di Houston e del prof. Antonio Y. Hardan del dipartimento di psichiatria dell’Università di Stanford. Hanno inoltre collaborato allo studio altri istituti italiani, australiani e svedesi.

FONTE www.disabili.com