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Pubblicato da Miki Pappacoda

Malore in Mongolia: nel suo nome verrà donata un'incubatrice

INSERITO DA MICHELE PAPPACODA DIRETTORE Una raccolta fondi in memoria di Enrico Erba, monzese di 63 anni morto a settembre durante un viaggio in Mongolia. Obiettivo? Raccogliere la somma necessaria per acquistare un’incubatrice da donare all’ospedale in cui era stato portato dopo il malore. La raccolta fondi A lanciare la petizione su GoFundMe, è stato il cognato, Paolo Mandioni, che insieme a tutta la famiglia lo ha voluto ricordare con un gesto di grandissima generosità. «Mio cognato Enrico era una persona straordinaria - ha spiegato Mandioni - Amava viaggiare, conoscere nuove culture ed entrare in contatto con le popolazioni dei luoghi che visitava. Era un gigante buono, come lo chiamavamo affettuosamente». Una raccolta fondi in memoria di Enrico Erba, monzese di 63 anni morto a settembre durante un viaggio in Mongolia. Obiettivo? Raccogliere la somma necessaria per acquistare un’incubatrice da donare all’ospedale in cui era stato portato dopo il malore. La raccolta fondi A lanciare la petizione su GoFundMe, è stato il cognato, Paolo Mandioni, che insieme a tutta la famiglia lo ha voluto ricordare con un gesto di grandissima generosità. «Mio cognato Enrico era una persona straordinaria - ha spiegato Mandioni - Amava viaggiare, conoscere nuove culture ed entrare in contatto con le popolazioni dei luoghi che visitava. Era un gigante buono, come lo chiamavamo affettuosamente». Il malore in Mongolia Il mese scorso Erba, che di professione era ingegnere e che risiedeva a Cederna, era partito per la Mongolia insieme alla moglie Fulvia. «Purtroppo, il 21 settembre, è stato colto da un malore improvviso durante un’escursione - ha proseguito a ricostruire Mandioni - Nel gruppo di turisti del quale lui e la moglie facevano parte, c’era anche una dottoressa che è intervenuta immediatamente nel tentativo di salvarlo, ma purtroppo non c’è stato nulla da fare». Una volta arrivati i soccorritori, Erba è stato trasportato presso l’ospedale più vicino, «dove i medici si sono adoperati e prodigati per lui, provvedendo, infine, al suo trasferimento nel nosocomio di Ulan Bator». Un'incubatrice per salvare i bimbi Una grande umanità che ha toccato profondamente la moglie Fulvia che, una volta rientrata in Italia, ha voluto attivarsi per dar loro una mano. «Parlando coi medici che l’hanno assistita dal momento in cui ha messo piede in ospedale al seguito del marito, ha scoperto che hanno una grande necessità di un’incubatrice, preziosa per salvare la vita a molti bimbi appena nati». Di qui l’idea di avviare una raccolta fondi sulla piattaforma GoFundMe per l’acquisto del macchinario destinato, appunto, all’ospedale di Tariat. Per non dimenticare Enrico Erba «Enrico era silenziosamente impegnato nel sociale ed era sempre molto disponibile con tutti - ha sottolineato - Quando poteva aiutare qualcuno, lo faceva senza pensarci due volte. E lo ha sempre fatto in silenzio. Per questo, insieme ai figli Silvia e Federico, la moglie Fulvia ha pensato di poter raccogliere contributi preziosi per poter acquistare l’incubatrice e che ciò fosse il migliore modo per ricordare Enrico, affinché la sua morte possa essere di aiuto alla nascita di nuove vite». L'ultimo saluto La salma di Enrico Erba è già stata fatta rientrare in Italia e la cerimonia in sua memoria si terrà martedì prossimo, il 24 ottobre, a Cascina Costa Alta, all’interno del Parco. «Mio cognato è stato una grande persona» ha concluso con grande commozione Paolo Mandioni. A ieri, lunedì, la raccolta fondi aveva già raggiunto la cifra di 1.300 euro, sui 5.000 previsti come obiettivo. PRIMA MONZA

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