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Pubblicato da Miki Pappacoda

SEZ. VARIE NEWS  L'emoticon con il pollice in su vale come firma: la sentenza destinata a far discutere Al giorno d'oggi, tutti utilizzano le emoji e i simbolini nelle varie chat ma, a volte, bisogna prestare attenzione a ciò che si invia

INSERITO DA ANGELA CECERE Le emoticon, ormai, sono entrate a far parte del linguaggio comune e, molto spesso, per i più pigri e non, sono una valida alternativa a un nome, un luogo o una sensazione. Infatti, è molto comodo e anche più veloce rispondere con una faccina o un simbolino, piuttosto che con una frase o un periodo. È quello che hanno pensato anche La sentenza delle emoticon In Canada, si potrà firmare con l'emoticon che rappresenta il pollice in su. Almeno è ciò che stabilisce la sentenza di un giudice che ha anche fatto sapere ai colleghi che dovranno abituarsi alla nuova realtà tecnologica. Tutto questo è successo perché Chris Achter, un agricoltore canadese aveva risposto con il pollice in alto a un'offerta di contratto ricevuta in una chat messaggistica. Stando a quanto riporta Reuters, l'uomo, ora, dovrà pagare 61 mila dollari per non avere rispettato ciò che diceva il contratto e che lui non aveva nemmeno letto. Il giudice T.J. Keen, della provincia canadese di Saskatchewan, ha sentenziato: «La Corte riconosce che non è un modo tradizionale di firmare, ma in queste circostanze resta valido». La storia del malinteso Nel 2021, l'agricoltore Chris Achter aveva ricevuto il contratto di un'azienda che gli chiedeva di consegnare 87 tonnellate di cereali per il mese di novembre e sul messaggio c'era scritto: «Si prega di confermare», frase presa un po' troppo alla leggera dall'uomo che ha inviato, per essere più sbrigativo, il pollice in su. L'azienda, però, non avendo ricevuto ciò che le spettava, ha citato in causa l'agricoltore che si è ritrovato in un bel pasticcio. e in Canada: una sentenza, infatti, ha stabilito che il pollice alzato varrà come firma.

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