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Pubblicato da Miki Pappacoda

A CURA DI MIKI PAPPACODA Cosa sono i geroglifici? Come è stato possibile tradurli? Si tratta dell’unica forma di scrittura egizia? Proviamo a rispondere

La scrittura egizia è famosa in tutto il mondo per i geroglifici: disegni enigmatici e affascinanti che decorano le pareti di templi, piramidi e monumenti.

Non tutti, però, sanno come funzionava questo strano sistema di scrittura, né che non si trattava dell’unica forma di scrittura diffusa nell’antico Egitto.

In questo articolo, trovi curiosità e fatti storici interessanti sull’origine e il funzionamento della scrittura geroglifica e sulle differenze tra questa le altre forme di scrittura egizia popolare: quella ieratica e quella demotica.

 

I geroglifici: la scrittura egizia monumentale

scrittura egizia geroglifici
Image by DEZALB from Pixabay

Forse ti sorprenderà scoprire che il termine “geroglifico” non è di origine egizia, bensì greca e significa “[segni] sacri incisi”. Il nome egizio per indicare questo sistema di scrittura, invece, può essere traslitterato come mdw nṯr (pronunciato medu netjer).

I geroglifici erano un tipo di scrittura egizia utilizzata per le incisioni monumentali, ossia incisioni sulle pareti e le superfici di monumenti ed edifici importanti, come ad esempio le piramidi.


La scrittura geroglifica è composta da caratteri di diverso tipo, che possono rappresentare:

  • singoli suoni (in modo simile alle lettere dell’alfabeto) e sillabe;
  • intere parole (come ideogrammi);
  • indicazioni semantiche (su come interpretare un altro segno geroglifico).
     

Nella foto puoi vedere la traslitterazione in alfabeto latino di alcuni glifi usati nella scrittura geroglifica, ma ne esistono molti di più: si contano circa 6900 caratteri (tra singoli segni, combinaizoni e varianti dello stesso glifo).

scrittura geroglifica
Fonte: Open Clipart

Si tratta quindi di un tipo di scrittura molto complesso, perché può veicolare diversi tipi di significato a seconda delle combinazioni tra elementi e del contesto.



Per questo motivo, la scrittura geroglifica non era utilizzata in tutti i contesti della vita sociale e nemmeno compresa e praticata da tutti, ma solamente da persone altamente istruite: i famosi “scribi“.

scrittura egizia tomba faraone

La scrittura egizia quotidiana: la scrittura ieratica e demotica

Mentre la scrittura geroglifica, particolarmente elaborata, era adatta all’incisione su pietra o argilla, non era altrettanto adeguata alla scrittura su papiro.

Per scrivere testi religiosi e documenti contabili amministrativi, tipicamente su fogli di papiro, gli antichi egizi utilizzavano un altro tipo di scrittura, detta ieratica.


Si tratta di un sistema di scrittura più rapido e semplice, ma molto vicino ai geroglifici. Alcuni studiosi avevano ipotizzato che si trattasse di una semplificazione del sistema geroglifico, ma in realtà è stato dimostrato che la scrittura ieratica si è sviluppata parallelamente a quella geroglifica (e non come sua derivazione).

Metropolitan Museum of Art, CC0, via Wikimedia Commons


Successivamente, si diffuse nei territori egizi una nuova forma di scrittura “comune”, detta demotica. In questo periodo (650-320 a.C.) il demotico acquisì sempre maggiore importanza e divenne la scrittura egizia usata per i documenti legali e amministrativi.

In sintesi, possiamo dire che la scrittura egizia si divide, nell’arco della sua storia, in tre diversi sistemi finalizzati ciascuno a un ambito specifico:

  • Geroglifici: per templi e monumenti
  • Scrittura ieratica: per testi religiosi e amministrativi; poi solo religiosi
  • Scrittura demotica: in ambito legale e amministrativo

Tradurre la scrittura geroglifica

La scrittura geroglifica era riservata solo a scopi pubblici, come le incisioni monumentali, e solo poche persone colte (gli scribi) erano in grado di comprenderla e padroneggiarla.


Con il passare dei secoli e il progressivo abbandono di questa forma di scrittura egizia così complessa, di conseguenza, divenne sempre più difficile, se non impossibile, tradurre questi simboli antichi nelle lingue moderne.



La traduzione dei geroglifici divenne possibile solo nel corso del XIX secolo, in seguito alla scoperta della Stele di Rosetta. Si tratta di una lastra di pietra sulla quale sono incise tre versioni dello stesso testo: in greco, geroglifico e demotico.
 

stele di rosetta

Grazie alla conoscenza del greco, fu possibile decodificare, per la prima volta dopo secoli, questi due sistemi di scrittura egizia: demotico e geroglifico.



Oggi, grazie all’aiuto dell’intelligenza artificiale, tradurre i geroglifici sta diventando sempre più facile – e anche i non esperti di egittologia possono provare a imparare a leggere questa antichissima scrittura.

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