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Pubblicato da Miki Pappacoda

INSERITO DA MIKI PAPPACODA CAPACCIO PAESTUM - Due ore davanti al giudice. Un lungo faccia a faccia intervallato da brevi pause durante il quale la liceale di 16 anni di Capaccio ha ricostruito, passo dopo passo, cos’è accaduto nel basso di via Tavernelle, al civico 58, lunedì sera, quando tra le 19 e le 19,30 è stata uccisa a coltellate la nonna, Gilda Candreva , 76 anni, delitto del quale è indagata con l’ipotesi di accusa di omicidio volontario aggravata dai futili motivi e dal rapporto di parentela con la vittima. «Ha chiarito ogni aspetto, rendendo dichiarazioni soddisfacenti rispetto alla ricostruzione del fatto. Se la ricostruzione sarà rispondente rispetto alle indagini scientifiche, avremo coincidenza tra la verità storica e processuale» ha detto l’avvocato Antonello Natale , che difende la sedicenne. Un altro aspetto è stato chiarito all’uscita del Tribunale per i minorenni di largo San Tommaso d'Aquino, a Salerno. «La ragazza non è in stato interessante », ha chiarito il legale cilentano. Ieri mattina, in Tribunale sono arrivati anche i genitori della sedicenne - un imprenditore edile e un’insegnante accompagnati dall’avvocato Natale. La ragazza che era detenuta nell’istituto di pena di Nisida, è stata fatta accomodare da un’entrata secondaria, accompagnata dal personale dell’istituto. Il giudice dopo aver ascoltato la lunga ricostruzione - anche molto analitica secondo quanto trapelato - ha disposto per la studentessa del liceo Gatto di Agropoli il trasferimento in una comunità di accoglienza per minorenni. Dunque, la ragazza ha lasciato l’istituto partenopeo subito dopo il rientro dall’udienza di convalida dell’arresto. Nella comunità per minorenni avvierà un percorso di recupero. In attesa di conoscere se c’è corrispondenza tra le dichiarazioni spontanee rese dalla presunta omicida e i risultati investigativi dei carabinieri della compagnia di Agropoli, guidati dal capitano Fabiola Garello e coordinati dalla Procura per i minorenni di Salerno, è ipotizzabile che l’indagata abbia ribadito la linea della reazione per difendersi. Infatti, le uniche parole che ha detto la sera del delitto davanti all’abitazione della nonna, mentre arrivavano i soccorsi e i carabinieri, sono state: «La nonna mi voleva uccidere, mi ha chiamato che aveva bisogno e poi mi ha aggredito». Al giudice, di sicuro, ha detto altro e se le sue dichiarazioni si incastreranno con i risultati investigativi, il quadro indiziario potrebbe avere una svolta. Allo stato gli elementi di prova in mano agli inquirenti sono tutti a carico dell’indagata per la quale - va detto - il giudice ha ritenuto di non applicare alcuna misura cautelare restrittiva, affidandola solo a una “casa famiglia”. Dunque, gli investigatori dei carabinieri dovranno chiarire, sulla scorta anche delle dichiarazioni dell’indagata, il movente di quello che è pur sempre un omicidio, risalire alle impronte presenti sul coltello a serramanico che era del nonno e veniva usato in agricoltura. La ragazza è stata trovata sul luogo del delitto con i pantaloni di colore bianco macchiati di sangue, aveva una ferita all’avambraccio destro compatibile, pare, con lo stesso coltello che ha ammazzato la donna ed era in casa al momento dell’omicidio. E poi ricostruire il contesto e i profili dei protagonisti di una tragedia che ha sconvolto una comunità e distrutto la serenità di una famiglia normale. Questa mattina, intanto, nella Basilica Paleocristina di Paestum si terranno i funerali di “nonna Gilda” uccisa con sei pugnalate (quattro alla schiena, una al collo e una all’addome), quelle andate a segno, più due coltellate di striscio. Per un totale di otto. di Massimiliano Lanzotto LA CITTA

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