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Pubblicato da Miki Pappacoda

SEZ. CULTURA E SPETTACOLI  Silvio Orlando, bello vincere con il cinema indipendente Ora nuovi film con con Moretti e Virzì

INSERITO DA ANGELA CECERE La sua dedica commossa del premio alla moglie Maria Laura Rondanini ("la persona migliore che abbia mai conosciuto") è stato uno dei momenti più emozionanti nella serata dei David di Donatello: Silvio Orlando che ha conquistato sua terza statuetta (su 12 candidature), vincendo come migliore attore protagonista per Ariaferma di Leonardo di Costanzo, a fine cerimonia è felice e rilassato, proprio accanto a lei: "Non era venuta con me stasera, è adesso arrivata col taxi", racconta sorridendo ai giornalisti. "Sono contento di aver vinto con questa idea di cinema indipendente e che rischia di suo, molto legato alla vita delle sale, e che con questa crisi rischia di scomparire, dobbiamo difenderle".Con questo premio "ho sempre avuto un rapporto complesso - aggiunge -. Sono stato candidato 12 volte, l'avevo vinto altre due (nel 1998 come non protagonista per Aprile e nel 2006 come protagonista per Il caimano), il che vuol dire che nove volte sono tornato a casa arrabbiatissimo" spiega con il consueto humour l'attore. "In realtà ho avuto tante perplessità a fare Ariaferma, bisognava entrare nei panni di una persona che era stata per 30 anni in prigione. Io nel carcere ci ho passato tre giorni per provare a capire cosa significasse essere privato della libertà in 4 metri quadrati. E' un esperienza sconvolgente. Pensare di restarci per tanti anni, perdere così la propria vita attraverso il tempo, è difficile da vivere negli occhi e nel corpo. Pensavo di non essere adeguato, di essere fuori ruolo. Avevo paura di fare una parodia involontaria... le menate che si dicono gli attori". Le nuove sfide non mancano per l'attore accanto a due registi importanti nel suo percorso: ha finito le riprese di Siccità di Paolo Virzì e sta terminando quelle del nuovo film di Nanni Moretti (anche interprete), Il sol dell'avvenire con, tra gli altri, Mathieu Amalric, Margherita Buy, Barbora Bobulova, Elena Lietti, Jerzy Stuhr. : "Si va avanti sempre in modo un po' rocambolesco, cercando di essere all'altezza, in ascolto di chi si ha intorno, con umiltà e un pizzico di presunzione". Ritrovare Moretti "è stato bello, questo film (del quale la trama non è stata svelata, si sa solo che tra gli elementi ci sono il circo e l'Italia degli anni '50) è un po' un ritorno al suo cinema che abbiamo amato tutti, quello delle origini. Nanni si muove a suo agio, è felice, sereno, stiamo vivendo delle bellissime giornate". Siccità invece è ambientato in una Roma dove non piove da tre anni e la mancanza d'acqua stravolge regole e abitudini, come si scopre con un coro di personaggi, giovani e vecchi, emarginati e di successo, vittime e approfittatori. Nel cast anche, fra gli altri, Monica Bellucci, Sara Serraiocco, Valerio Mastandrea, Elena Lietti, Claudia Pandolfi, Tommaso Ragno, Max Tortora. "E' un film molto complesso, ci sono tanti attori e tante storie, in cui tutto l'estro creativo di Paolo è messo alla prova. Sono tornato a fare un po' lo scemo, un personaggio con il cervello un po' vuoto, un ultimo della terra.. ci vogliono anche quelli". Dal palco di Cinecittà, l'attore ha anche accennato al legame con Sorrentino (con cui ha girato per Netflix le serie The Young pope e The New Pope): "Dal lavoro con Paolo non esci mai uguale a prima, ti richiede cose che non hai mai pensato di dover fare, ti porta sempre a un limite dopo il quale c'è un baratro, o impari a volare o ti schianti. Sono esperienze di svolta nella carriera". La notorietà anche all'estero che arriva con le produzioni di Netflix "non ho avuto modo di accertarla, in questi due anni di pandemia. Ogni tanto qualche turista straniero mi indica dicendo, 'il cardinal Voiello!...".

ANSA