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Pubblicato da Miki Pappacoda

INSERITO DA MIKI PAPPACODA SAN PROSPERO- Era il 1931: l’impresa edile Tioli Alfonso e figlio i S. Pietro in Elda ultimava quella che, probabilmente, fu la prima officina officina meccanica del capoluogo. La costruzione, ora di proprietà Baraldi, si trova lungo la strada del Canaletto, a circa un centinaio di metri dalla sede municipale. A rivelare questa bella curiosità storica e , sui social, è Franco Barbieri: giornalista, scrittore, divulgatore scientifico e appassionato cultore di storiografia localistica. “La costruzione, ora di proprietà Baraldi, si trova lungo la strada del Canaletto, a circa un centinaio di metri dalla sede municipale. Titolare dell’officina fino agli anni ’34-35 era Ferruccio Magnoni, nominato Commissario prefettizio nel 1940– racconta Barbieri su Facebook- In essa lavoravano, fra gli altri, Guido Bortoli, Antonio Barbieri, Franco Vincenzi e Palmieri De Pieris, detto “Alberino”. Magnoni era soprannominato “Amdulìna”, “scutmai” che indicava una persona dalla predisposizione quasi maniacale alla perfezione. A volte, raccontavano i suoi dipendenti, impiegava anche più di un quarto d’ora per stringere un bullone: pensava non fosse mai stretto al punto giusto e provava e riprovava fino a quando non otteneva il risultato che considerava ottimale. Nella seconda metà degli anni 30, l’officina compare nell’elenco delle attività economiche comunali come “Officina Tusini” (anni ’36-37), poi come “Officina meccanica Cremonini Gino” (anni ’37-38). Nell’area cortiliva antistante trovò spazio, dalla metà degli anni 30, un impianto di distribuzione carburanti e furono esposte diverse macchine agricole di proprietà della ditta Galli Magnoni Vincenzi. L’edificio venne a trovarsi al centro dell’abitato più frequentato negli anni 30: nel ’32, in un terreno attiguo, sorse il mulino, mentre a poche decine di metri si trovava la famosa “osteria” (la via antistante, ora Via Pace, era chiamata “Osteriola”), frequentata spesso da diversi clienti dell’officina. Nell’immediato dopoguerra, l’officina è elencata negli Annali della provincia di Modena come “Officina Riparazioni auto-motocicli Palmieri De Pieris” e divenne punto di riferimento per chiunque si trovasse a transitare lungo la Canaletto, allora una delle principali strade italiane, chiamata Statale 12 negli anni Trenta. Fra i frequentatori abituali figurava, in quel periodo, Nino Borsari (Motta sulla Secchia 1911 – Melbourne 1996), campione olimpionico d’inseguimento a squadre su pista nel 1932 a Los Angeles, cui è dedicato dal 1973 lo stadio e il velodromo di Cavezzo (ottenne l’ultimo importante risultato in ambito sportivo nel 1948 sulla pista dello stadio di Cavezzo, dove si aggiudicò una gara di velocità in coppia con il “campionissimo” Fausto Coppi). Negli anni 50 i locali dell’officina, dopo il trasferimento in altra sede della ditta Palmieri De Pieris, compaiono negli Annali della Provincia come laboratorio di falegnameria, di cui era titolare Giovanni Baraldi, uno dei quattro falegnami del comune (gli altri tre, di cui si ha notizia negli Annali della Provincia dal 1948, erano Crociano Salvioli, Raffaele Merighi e Gino Malverti), persone che meritano di essere ricordate per capacità, creatività, predisposizione al sacrificio e forte legame con quei caratteri originali dell’artigianato locale che rappresentano uno degli elementi caratterizzanti dell’identità delle nostre terre. SUL PANARO.NET

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