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Pubblicato da Michele Pappacoda direttore

INSERITO DA MICHELE PAPPACODA  Sarebbe la prima donna a presiedere la Corte Costituzionale. Marta Cartabia, classe 63, giudice della Consulta dal 2011 per volontà di Giorgio Napolitano, dal 2014 vicepresidente, è la favorita alla successione di Giorgio Lattanzi, che ha lasciato lunedì l'incarico. Il nome della Cartabia, sposata tre figli, giurista cattolica, era circolato anche la scorsa estate per la presidenza del Consiglio, dopo la caduta del primo governo Conte, ma per l'elezione di oggi sembra davvero fatta. È stata la terza donna ad essere nominata giudice dopo Fernanda Contri e Maria Rita Saulle. Nella rosa dei favoriti ci sono anche Aldo Carosi, viterbese, eletto dalla Corte dei Conti, e Mario Rosario Morelli, romano, eletto dalla Corte di Cassazione. Ma in pole position c'è la sua elezione. In ogni caso si tratterà di una presidenza breve: un solo anno o poco meno. Cartabia, così come Carosi, ha giurato il 13 settembre 2011, mentre Mario Rosario Morelli il 12 dicembre dello stesso anno. I nove anni del mandato scadranno entro il 2020. E oggi, alla Consulta, debutterà anche Stefano Petitti, eletto giudice costituzionale il 28 novembre scorso dalla Cassazione, che ha riportato a quota quindici i giudici alla Corte Costituzionale.

LA POLITICA
L'idea politica di Cartabia è riassunta nella prefazione che ha scritto quasi un anno fa al libro del gesuita Francesco Occhetta, Ricostruiamo la politica. Orientarsi nel tempo dei populismi. Una presa di posizione chiara rispetto alle contrapposizioni e alle polemiche. «L'urgenza della buona politica: non di quella asservita alle ambizioni individuali o alla prepotenza delle fazioni, delle ideologie o dei centri di interessi, o addirittura preda della corruzione - scriveva Cartabia - ma della buona politica, che è, cioè, capace di includere, che sa essere coraggiosa e prudente allo stesso tempo, responsabile, collaborativa, disposta a lasciare le sue buone idee, senza abbandonarle, per metterle in discussione con tutti nella ricerca del bene comune».

IL PROFILO
Cattolica, considerata vicina a Comunione e Liberazione sin dall'epoca degli studi universitari, Cartabia si è però distinta con le sue pubblicazioni, non solo per la difesa della libertà religiosa, ma anche per la laicità positiva dello Stato e per un approccio ai conflitti ispirato alla metodologia della reasonable accommodation di origine nordamericana. Nel 93 ha conseguito il dottorato di ricerca in legge presso l'Istituto universitario europeo di Fiesole (supervisore, Bruno de Witte). Nel lungo curriculum vanta una specializzazione all'Università di Aix-Marseille sui temi della giustizia costituzionale comparata, ha svolto attività di ricerca all'estero, in particolare negli Stati Uniti. Subito dopo la laurea è stata research fellow all'University of Michigan Law School di Ann Arbor. Dal 93 al 99 è stata ricercatrice di diritto costituzionale presso l'Università degli Studi di Milano e fra il 1993 e il 1995 ha svolto funzioni di assistente di studio presso la Corte costituzionale; dal 2004 è professore ordinario di Diritto costituzionale all'Università degli Studi di Milano-Bicocca, dove è anche stata titolare del corso Jean Monnet in Diritto costituzionale europeo (2005 - 2008). Ha insegnato in numerosi atenei, in Italia e all'estero. Il 12 novembre 2014 è stata nominata vicepresidente della Corte costituzionale dal suo presidente Alessandro Criscuolo, riconfermata nel 2016 dal neoeletto presidente Paolo Grossi e, a marzo 2018, dal presidente Giorgio Lattanzi. INSERITO DA MICHELE PAPPACODA Sarebbe la prima donna a presiedere la Corte Costituzionale. Marta Cartabia, classe 63, giudice della Consulta dal 2011 per volontà di Giorgio Napolitano, dal 2014 vicepresidente, è la favorita alla successione di Giorgio Lattanzi, che ha lasciato lunedì l'incarico. Il nome della Cartabia, sposata tre figli, giurista cattolica, era circolato anche la scorsa estate per la presidenza del Consiglio, dopo la caduta del primo governo Conte, ma per l'elezione di oggi sembra davvero fatta. È stata la terza donna ad essere nominata giudice dopo Fernanda Contri e Maria Rita Saulle. Nella rosa dei favoriti ci sono anche Aldo Carosi, viterbese, eletto dalla Corte dei Conti, e Mario Rosario Morelli, romano, eletto dalla Corte di Cassazione. Ma in pole position c'è la sua elezione. In ogni caso si tratterà di una presidenza breve: un solo anno o poco meno. Cartabia, così come Carosi, ha giurato il 13 settembre 2011, mentre Mario Rosario Morelli il 12 dicembre dello stesso anno. I nove anni del mandato scadranno entro il 2020. E oggi, alla Consulta, debutterà anche Stefano Petitti, eletto giudice costituzionale il 28 novembre scorso dalla Cassazione, che ha riportato a quota quindici i giudici alla Corte Costituzionale.

LA POLITICA
L'idea politica di Cartabia è riassunta nella prefazione che ha scritto quasi un anno fa al libro del gesuita Francesco Occhetta, Ricostruiamo la politica. Orientarsi nel tempo dei populismi. Una presa di posizione chiara rispetto alle contrapposizioni e alle polemiche. «L'urgenza della buona politica: non di quella asservita alle ambizioni individuali o alla prepotenza delle fazioni, delle ideologie o dei centri di interessi, o addirittura preda della corruzione - scriveva Cartabia - ma della buona politica, che è, cioè, capace di includere, che sa essere coraggiosa e prudente allo stesso tempo, responsabile, collaborativa, disposta a lasciare le sue buone idee, senza abbandonarle, per metterle in discussione con tutti nella ricerca del bene comune».

IL PROFILO
Cattolica, considerata vicina a Comunione e Liberazione sin dall'epoca degli studi universitari, Cartabia si è però distinta con le sue pubblicazioni, non solo per la difesa della libertà religiosa, ma anche per la laicità positiva dello Stato e per un approccio ai conflitti ispirato alla metodologia della reasonable accommodation di origine nordamericana. Nel 93 ha conseguito il dottorato di ricerca in legge presso l'Istituto universitario europeo di Fiesole (supervisore, Bruno de Witte). Nel lungo curriculum vanta una specializzazione all'Università di Aix-Marseille sui temi della giustizia costituzionale comparata, ha svolto attività di ricerca all'estero, in particolare negli Stati Uniti. Subito dopo la laurea è stata research fellow all'University of Michigan Law School di Ann Arbor. Dal 93 al 99 è stata ricercatrice di diritto costituzionale presso l'Università degli Studi di Milano e fra il 1993 e il 1995 ha svolto funzioni di assistente di studio presso la Corte costituzionale; dal 2004 è professore ordinario di Diritto costituzionale all'Università degli Studi di Milano-Bicocca, dove è anche stata titolare del corso Jean Monnet in Diritto costituzionale europeo (2005 - 2008). Ha insegnato in numerosi atenei, in Italia e all'estero. Il 12 novembre 2014 è stata nominata vicepresidente della Corte costituzionale dal suo presidente Alessandro Criscuolo, riconfermata nel 2016 dal neoeletto presidente Paolo Grossi e, a marzo 2018, dal presidente Giorgio Lattanzi.  DI VALENTINA ERRANTE IL MATTINO