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Pubblicato da Michele Pappacoda direttore

CAMPANIA NEWS Emergenza rifiuti a Napoli, la sfida perduta di de Magistris: «Differenziata in calo»

La raccolta differenziata diminuisce»: parola di Luigi de Magistris. Secondo il sindaco di Napoli e della città Metropolitana, si registra un fortissimo calo in tutta la Campania e la separazione dei materiali si è fortemente ridotta, quasi annullata, in alcuni Comuni. E questo, secondo il primo cittadino: «perché non c'è una politica nazionale in merito ai rifiuti». In realtà, a Napoli, quella che cala paurosamente è la raccolta dell'umido che ad agosto è crollata passando dalle 4170 tonnellate del 2018, alle 1238 del 2019 per risalire a settembre a 2620 tonnellate, comunque quasi la metà delle 5020 raccolte nello stesso mese del 2019. Complessivamente, per questa frazione si passa dalle 14728 tonnellate del 2018 alle 7821 del 2019.  Un calo tutt'altro che immotivato: a luglio di quest'anno, infatti, gli impianti del Nord hanno letteralmente dimezzato la capacità di smaltimento. E questo per un motivo ben preciso: nella frazione umida sono presenti le plastiche biodegradabili che richiedono il doppio del tempo di maturazione rispetto al resto dei materiali. In sostanza, volendo fare un esempio, se per trasformare in concime una buccia di banana ci vogliono sessanta giorni, per una busta di palstica compostabile ce ne vogliono centoventi. Ma gli agricoltori hanno cominciato a rifiutare i materiali impuri e quindi i gestori dei siti hanno raddoppiato i tempi di lavorazione. Risultato: per il compostaggio ci vogliono più soldi e più tempo. Quindi gli impianti del Nord hanno cominciato a respingere l'umido pieno di rifiuti di altro tipo e molti camion sono tornati indietro. Non solo: i Comuni non ce la fanno più a reggere i costi esorbitanti del conferimento ai privati. Per smaltire una tonnellata di umido, infatti, si possono pagare anche 350 euro, più del doppio di un anno fa. E quindi mentre fino a luglio si mandava al compostaggio anche il materiale impuro oggi quasi tutto quello che proviene dai cassonetti sistemati in strada finisce nell'indifferenziato. Per rimediare non c'è che una via: realizzare impianti di compostaggio in Campania e dotare i tritovagliatori di nuovi meccanismi di selezione, come la Sapna (la società di smaltimento della società metropolitana) ha già proposto di fare. E il sindaco giura: dal 2020 ci impegniamo a risalire. Per ora la situazione resta difficile. Naturalmente, se diminuisce la differenziata, aumenta il materiale tal quale e i cassonetti traboccano, come è successo a Napoli nei giorni scorsi. E come ancora succede. Ancora ieri, nel centro storico e a Chiaia, c'erano cumuli di rifiuti non raccolti, anche perché la presenza di moltissimi turisti ha fatto ancora salire la quantità di spazzatura prodotta in quelle zone. Inconsulta la reazione dei soliti incivili: qualcuno ha dato fuoco alle campane di piazza Vittoria non facendo altro che peggiorare la situazione. Come se non bastasse l'immondizia spesso si va a mischiare con gli ingombranti la cui raccolta è in crisi dopo la chiusura da parte delle forze dell'ordine dell'isola ecologica di Pianura. Ha riaperto, invece, l'ex Icm che fino a quest'estate era un sito di trasferenza e, adesso, è diventata un'area di raccolta degli ingombranti. Ma prima di liberare la città da frigoriferi, mobili e materassi ci vorrà del tempo.

IL MATTINO

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