CAPRI NEWS Anacapri in controtendenza: investe 110mila in cultura acquisendo 90 opere di Raffaele Castello
INSERITO DA MICHELE PAPPACODA “Lo so che faremo notizia: oggi è difficile far capire, in Italia, che i soldi spesi in cultura e arte sono, in realtà, investimenti”. Sembra quasi volersi giustificare Franco Cerrotta, sindaco di Anacapri. La sua giunta, in effetti, è quanto meno in controtendenza: ha deliberato l’esborso di 110 mila euro per l’acquisizione al patrimonio pubblico di una collezione di novanta opere di un pittore “di fama internazionale” del Novecento, Raffaele Castello. E in tempi in cui i Comuni fanno i conti, quasi tutti, con casse asfittiche e debiti diffusi, la notizia di un ente campano che spenda (e tanto) per una serie di quadri - da “Albero di Giuda in fiore” a “Figure su sfondo caprese” – è quanto mai insolita.
Sull’Isola Azzurra si parla, del resto, di un affare: caprese doc, nato a Capri nel 1905 e scomparso nel 1969, Castello – tra i maggiori seguaci di Otto Sohn-Rethel, amico di Kandinsky e Feininger ma anche di Curzio Malaparte e di Giuseppe Ungaretti – è un nome apprezzato tra gli addetti ai lavori.
Il Comune ha acquistato da un privato, Maurizio Siniscalco, l’intera collezione che abbraccia il periodo dal 1925 al 1966 e che è stata in mostra alla Certosa di San Giacomo, a Capri, dal 30 maggio al 30 giugno 2015.
“In giro resteranno solo pezzi singoli appartenenti a privati” gonfia il petto il primo cittadino del più piccolo dei due comuni capresi, che non teme gli strali di una minoranza consiliare che non c’è. “Sia chiaro: noi abbiamo un bilancio sano – riattacca - e ci possiamo permettere di investire soldi in cultura. E so che non è semplice farlo capire in un Paese, l’Italia, che non investe. Ma credetemi: per ogni euro speso nell’arte, ne torneranno quattro”.
Le novanta opere di Castello confluiranno nella “Villa Rosa”, dove l’amministrazione comunale ha intenzione di realizzare un museo permanente dell’isola di Capri. La delibera di giunta specifica che l’iniziativa prende le mosse dalla volontà di “arricchire ulteriormente la pinacoteca comunale, già costituita da opere di artisti italiani e stranieri ispirate dal Mito di Capri”.
Tele e acquerelli, dipinti e sculture. Ai quali si aggiungerà ora la consistente produzione di Castello, giramondo per indole (visse tra Düsseldorf, Monaco di Baviera, Parigi e Roma, attraversando più neoavanguardie artistiche) ma legatissimo a Capri. Una produzione con la quale – ha sottolineato in un documento allegato alla delibera Antonella Basilico Pisaturo, docente universitaria e già assessore provinciale alla Cultura – il Comune di Anacapri “aggiungerà un importante tassello alla politica culturale già intrapresa. Trovare oggi, in tempo certamente non facili, un’amministrazione che voglia compiere un passo così illuminato ci procura una gioia enorme”. Altrove, in effetti, guardano al caso di Anacapri con malcelata invidia: nella vicina Ischia, la “Colombaia” – la villa che fu di Luchino Visconti – è chiusa al pubblico per mancanza di fondi. Altre storie. “Qui funziona così: investiamo in cultura. – chiosa il sindaco – Abbiamo un bilancio che ci permette di farlo”.
(Fonte: napoli.repubblica.it)