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Pubblicato da Di Michele Pappacoda mjcheva@live.it

NEWS ITALIA E DAL MONDO  Il Comune di Lecce litiga con se stesso e la città paga: parcella da 109mila euro per una causa con la partecipata Sgm

INSERITO DA MORENA MOTTA LECCE - Una parcella da 109.195 euro. Da pagare per una causa intentata dal Comune contro se stesso. Succede anche questo in una città stritolata dalle tasse, asfissiata dalla spending review e sommersa da pignoramenti e ipoteche. Succede che gli uffici dell’Avvocatura liquidino un acconto di 20mila euro, per una parcella complessiva di 109.195 euro, all’avvocato Alberto Zito, che ha difeso l’ente nel giudizio davanti al Consiglio di Stato contro la Sgm. Cioè contro una società che gestisce trasporto pubblico e sosta a pagamento e della quale proprio Palazzo Carafa, con il 51%, è socio di maggioranza. Un altro 40% è della Igeco di Tommaso Ricchiuto e il 9% restante della Fratelli Bertani Spa.

La paradossale vicenda riguarda piazza Tito Schipa e il project financing per la costruzione di un centro direzionale e un mega-parcheggio interrato che il Comune ha affidato alla De Nuzzo Costruzioni. È noto che a opporsi prima alla scelta del progetto, nel 2006, e poi al bando per l’aggiudicazione dei lavori, nel 2010, è stata sempre la Sgm, presieduta nel 2006 dall’attuale assessore ai Lavori pubblici Gaetano Messuti e nel 2010 dall’ex assessore ai Trasporti Gianni Peyla. Ma soltanto oggi il Comune ha liquidato la parcella ad uno degli avvocati che ne hanno difeso l’operato, il professor Zito del Foro di Roma.

Il Comune, con Zito, ha vinto la causa e ora gli paga ben 109mila euro. Ma il Comune ha anche perso quella causa, nella sua veste di socio di maggioranza della Sgm. E chissà quanto avrà pagato agli avvocati Arturo Cancrini e Claudio De Portu che l’hanno difeso in uno dei due contenziosi aperti con se stesso per i lavori in piazza Schipa. Infatti, in una società spese e incassi si suddividono fra i soci, nel rispetto della loro quota di partecipazione alla società stessa. Quindi, di fatto, il Comune ha contribuito (o contribuirà) al pagamento pro-quota della parcella dovuta dalla società Sgm ai suoi legali nei contenziosi su piazza Tito Schipa.

Oltre al danno di aver atteso dieci anni, fra ricorsi e ritardi vari, per portare a conclusione l’iter di avvio del cantiere - previsto fra tre mesi - si aggiunge quindi la beffa di una pubblica amministrazione che litiga con se stessa e spende centinaia di migliaia di euro per gli avvocati. Ieri, con il sindaco Adriana Poli Bortone, e oggi con Paolo Perrone. Il primo contenzioso con Sgm riguarda infatti un bando del giugno 2005 confezionato dalla Giunta Poli per raccogliere le proposte di recupero urbano di piazza Schipa, con la costruzione di un centro direzionale, di un parcheggio e il recupero dell’ex tettoia liberty. A bando pubblicato, partì il primo ricorso al Tar della Sgm: la società contestava il diritto del Comune a cercare qualcuno che realizzasse un parcheggio, visto che proprio Sgm è concessionaria della gestione della sosta in città. Il ricorso fu respinto.

Fra i quattro progetti la commissione di gara scelse poi quello della De Nuzzo Costruzioni, ma anche questa decisione fu impugnata davanti al Tar dalla Sgm che stavolta l’ebbe vinta. Poi, a febbraio 2009, il Consiglio di Stato ribaltò il verdetto del Tar e diede ragione al Comune, difeso dal professor Zito, e alla De Nuzzo Costruzioni. A quel punto l’amministrazione – già saldamente nelle mani di Perrone - pubblicò il bando per individuare l’impresa che avrebbe effettuato i lavori a condizioni migliori di quelle già offerte dalla De Nuzzo Costruzioni. Anche quel bando fu impugnato da Sgm, che contestò sia il riferimento di legge scelto dal Comune per confezionare il bando, che la possibilità di prelazione riconosciuta alla De Nuzzo, la quale, entro 45 giorni dall’aggiudicazione, avrebbe potuto offrire la stessa cifra della ditta vincitrice e tenersi l’appalto.

Il resto della storia è cosa nota: solo pochi giorni fa è arrivato il via libera della Soprintendenza al progetto De Nuzzo. E fra tre mesi potrà cominciare ad essere sanata una ferita urbana nel cuore di Lecce. Resterà aperta, invece, quella economica inferta alle casse pubbliche da un Comune capace di litigare persino con se stesso.

FONTE: (di Paola Ancora) QUOTIDIANO DI PUGLIA