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Pubblicato da Michele Pappacoda mjcheva@live.it

529361 365998816852598 1636001835 nInserito da :Sotgia Marcella Una petizione per sfidare il tabù del sesso legato al tema della disabilità. In molti paesi d'Europa, l'argomento è trattato con molta serenità e diverse sono le soluzioni legislative che regolamentano questi aspetti, del tutto sottaciuti nel nostro paese. Ora, una sottoscrizione on line proposta da Max Ulivieri, un web designer affetto da grave disabilità, si pone come obiettivo minimo l'apertura di una discussione: “in poco più di due mesi, e senza nessuna pubblicità, si sono già raccolte circa 1500 adesioni alla proposta di istituire, anche nel nostro paese, la figura dell'assistente sessuale". "Le pulsioni sessuali costantemente represse e impedite nella loro manifestazione, sia autonoma sia relazionale, si risolvono infatti in un costante e ossessivo stress psichico che affligge non poco l'esistenza di chi non ha autonomia nell'uso del proprio corpo. Determinate forme di ...forme di disabilità, rendono impossibile l'uso delle mani, quasi tutte le forme di disabilità rendono difficoltosa, se non impossibile, l'interazione fisica e sessuale con partner adeguati, più spesso con qualunque tipo di partner consenziente", si legge nella petizione, che può essere firmata a questo indirizzo: firmiamo.it/assistenzasessuale. Mentre nel nostro paese l'argomento passa sotto silenzio, in alcuni paesi è addirittura il servizio sanitario nazionale a farsi carico delle spese legate a questo tipo di prestazione assistenziale, come ad esempio in Olanda. "L'assistenza sessuale a persone con disabilità - spiega Ulivieri a Repubblica - è praticata da operatori volontari che hanno seguito dei corsi in ambito medico, sessuologico, etico e psicologico e che hanno sviluppato una grande sensibilità verso gli altri. Una terapia vera e propria rivolta al benessere psicofisico di persone che, per un motivo o per l'altro, si trovano a non essere autonome nell'espressione dei propri bisogni di tipo sessuale e, in senso lato, erotico-affettivi. Persone che possono riscoprire il proprio corpo come fonte di piacere e non solo di sofferenza e di disagi quotidiani, attraverso il contatto, le carezze, il massaggio, gli abbracci, i giochi erotici o anche semplicemente la presenza, l'affetto e l'umanità. L'assistente oltre ad avere uno spiccato senso dell'altruismo, deve certamente avere una grande apertura mentale. Va detto che l'assistenza sessuale non prevede rapporti completi". L'esistenza di questo tipo di possibilità per i disabili si scontra, oltre che con i pregiudizi di ordine morale, anche con lacune evidenti di tipo legislativo, che spingono la pratica ad avere suo malgrado alcuni tratti in comune con la prostituzione. Un sondaggio apparso sul sito www.disabili.com rende chiaro quanto sia reale il problema per chi soffre di questa condizione. Il 77% dei disabili si dice infatti favorevole all’"assistente sessuale". L'accostamento dei due temi, sessualità e disabilità, è ancora, secondo il sito web, un tabù. Il problema riguarda i disabili psichici, ma evidentemente anche molti disabili motori che - a seconda delle patologie - si trovano in difficoltà nel momento in cui hanno bisogno di espletare normali e consuete pulsioni sessuali. Il sondaggio, come detto, vede il 77% dei disabili favorevoli. Di questi il 44% "prenderebbe in considerazione questa proposta", il 26% l'accetterebbe data la presenza di professionisti, il 7% "non ne farebbe uso, ma non ci vede nulla di male". Tra i contrari, c’è un 5% che motiva il proprio no all'iniziativa perché "sarebbe come legalizzare la prostituzione". Anche in Svizzera, alcuni professionisti utilizzati come assistenti sessuali per disabili psichici hanno iniziato ad operare a Zurigo, dopo un corso di formazione, ad una tariffa di 150 franchi (100 euro circa) l'ora più le spese di viaggio. Sono esclusi i rapporti sessuali orali e sessuali veri e propri. Gli assistenti sessuali per aiutare il cliente si spogliano completamente anche loro. In ogni caso, sono i clienti a fissare il limite da non superare. Aiha Zemp, presidente ad interim dell'associazione basilese «Handicap e sessualità - contro la violenza sessualizzata» (Fachstelle Behinderung und Sexualität - gegen sexualisierte Gewalt, FaBS) precisa che a fianco alla loro nuova attività, gli assistenti sessuali già operano nel mondo del lavoro svolgendo un'altra professione “normale”, e di tutto rispetto: e tra questi anche fisioterapisti, o insegnanti di lavoro manuale.

Fonte :Italia salute.it