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Pubblicato da Michele Pappacoda mjcheva@live.it

INSERITO DA MICHELE PAPPACODA Può sembrare addirittura ingeneroso, quasi come “sparare sulla crocerossa”, il titolo scelto per questa nota, nel giorno in cui la Corte dei Conti ha sostanzialmente dichiarato “fallita” l’Amministrazione Comunale di Napoli, e tuttavia le precisazioni di Salvatore Nocera ci sembrano quanto meno doverose, per completare il triste quadro di una città in cui, dal 17 febbraio, oltre 240 alunni con disabilità non possono più, di fatto, andare a scuola

Bimbo con disabilità entra a scuolaNell’articolo pubblicato in questi giorni da «Superando.it», intitolato E a Napoli non si può più andare a scuola!, si riferisce dell’assurda situazione in cui centinaia di alunni con gravi disabilità non possono più andare a scuola, poiché il Comune non ha i soldi per assegnare alle scuole gli assistenti per la cura dell’igiene personale.
E tuttavia – a parte la stessa Nota Ministeriale Protocollo 3390/01 – è addirittura dal 2003 che c’è un Contratto Collettivo del Comparto Scuola, secondo il quale l’assistenza igienica degli alunni con disabilità è compito dei collaboratori e dellecollaboratrici scolastiche.
In particolare, il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del 2007 (articoli 47 e 48 e Tabella A), stabilisce che il Dirigente Scolastico deve dare un incarico specifico a qualche collaboratore scolastico (io ho sempre inteso a un maschio e a una femmina, almeno nelle scuole secondarie, per il rispetto di genere), i quali hanno l’obbligo dell’assistenza igienicae anche quello di frequentare un breve corso di aggiornamento quaranta ore, oltre al diritto di ricevere un’indennità specifica di circa 1.000 euro all’anno, che entrano a far parte della base stipendiale ai fini pensionistici.

Come mai, allora, i Dirigenti Scolastici e il Comune di Napoli non conoscono questa normativa ormai vecchia di parecchio anni? La spiegazione, maliziosa, è presto trovata: da una parte i Dirigenti Scolastici trovano una fortissima resistenza da parte dei collaboratori scolastici, che normalmente si rifiutano di svolgere queste mansioni e quindi dovrebbero continuamente litigare per applicare la normativa ministeriale e contrattuale; dall’altra parte il Comune finge di venire incontro alla scuola, offrendo assistenti “materiali” invece di quelli che per legge (Legge 104/92, articolo 13, comma 3) dovrebbe fornire per l’autonomia e la comunicazione; e lo fa perché gli assistenti materiali sono inquadrati in una fascia stipendiale inferiore a quella degli assistenti per l’autonomia e la comunicazione.
Cosicché sono tutti contenti, bidelli riottosi e casse comunali! Molto meno, invece, lo sono lefamiglie, che dispongono di personale con un titolo di studio non superiore alla terza media e nemmeno aggiornato, come prescrive la normativa. In queste settimane a Napoli, poi, non dispone nemmeno di quello…

di Salvatore Nocera* SUPERANDO.IT