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Pubblicato da Di Michele Pappacoda mjcheva@live.it

CASERTA NEWS Teano. Ruba vestiti e si incastra nel cassonetto

INSERITO DA MORENA MOTTA TEANO. Momenti di paura in via Luigi Sturzo a Teano, dove un gruppo di cittadini ha assistito alla scena di una giovane donna rimasta incastrata nella chiusura basculante di una campana della raccolta differenziata, mentre rubava indumenti usati. C'è stato un momento in cui, della ragazza (che si è poi scoperto essere una trentenne di etnia rom), si scorgevano solo le gambe che compivano dei rapidissimi movimenti a forbice; tipici di una persona che nuota. La donna annaspava chiaramente negli indumenti.

Era in evidente difficoltà, e qualcuno ha deciso di soccorrerla. Ma a pericolo scampato la donna, con movenze da vero contorsionista, si è calata all'interno del cassonetto con il busto proteso verso il basso per meglio rovistare. Con questo sistema, la stessa, avrebbe proceduto poi a estrarre i vestiti da selezionare o in alternativa scartare e abbandonare a terra.

Dunque, di fronte a tutto questo, si può parlare ancora di dramma della disperazione sfiorato per caso? Forse sì. Ma è opinione diffusa che sullo sfondo di simili azioni, i tuffi nei cassoni (che hanno già assunto le caratteristiche di un vero e proprio fenomeno), si muovano delle organizzazioni dedite allo svuotamento illegale delle campane della differenziata.

Gli artefici della filiera del nuovo business, tuffatori, raccoglitori, magazzinieri e trasportatori, fanno dei cassonetti delle miniere d'oro. Miniere dalle quali tirare fuori scarpe, vestiti, cappotti, camicie e persino indumenti intimi spesso nuovi o ben trattati, che finiscono sulle bancarelle dell'usato; magari senza nemmeno aver subìto un ciclo di lavaggio e di sterilizzazione.

Un mercato dove le forme di controllo sono poche, o non esistono proprio. Anche se non v'è chi non veda a quali tipi di rischi igienici possano essere esposti gli acquirenti. Insomma, è triste dirlo, ma non sempre, o in misura sempre minore, dietro le persone che si calano nelle campane dei rifiuti si cela una reale situazione di bisogno.

Mettendo assieme le varie tessere del mosaico, ne viene fuori un'immagine davvero triste: quella di un'ennesima guerra tra poveri, considerando che del frutto della raccolta degli indumenti usati fruiscono le associazioni, spesso benemerite, che assistono i bisognosi. Ma proprio come in guerra, ecco che la dignità umana è cosa che conta poco, assieme a tutti i rischi cui si espongono i tuffi. Pericoli veri, per l'integrità fisica degli addetti a quell'attività che sembra una semplice infrazione, un atto da balordi, ma che la legge configura come furto e dovrebbe perseguire e punire come tale.

FONTE: di Elio Zanni IL MATTINO.IT

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