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Pubblicato da Di Michele Pappacoda mjcheva@live.it


INSERITO DA MICHELE PAPPACODALa procura ha chiesto al tribunale di condannare Francesco Schettino a 26 anni di reclusione e a tre mesi di arresto per il naufragio della Costa Concordia che causò 32 morti all'isola del Giglio il 13 gennaio 2012. La richiesta è stata formulata dal pm Maria Navarro al termine della requisitoria.

«Quasi l'ergastolo, manco Pacciani. Siamo rimasti tutti quanti sorpresi», anche se «sulla pena avevamo delle avvisaglie. Ma il fatto che a distanza di tre anni si vada a chiedere l'arresto dopo che nel 2012 la Cassazione ha respinto» nel 2012 «la stessa richiesta degli stessi pm è la ciliegina sulla torta». Lo ha detto l'avvocato difensore di Francesco Schettino, avvocato Donato Laino, sulla richiesta di arresto

Le definizioni che si trovano in dottrina giuridica di «abile idiota» e «incauto ottimista» di colui che «si sente bravo e invece provoca una situazione di pericolo e un danno» e «che somma all'ottimismo la sopravvalutazione delle proprie capacità», «convivono benissimo in Schettino, quasi fosse bicefalo, tanto che per lui possiamo coniare il profilo dell'incauto idiota»: lo ha detto il pm Stefano Pizza, citando la dottrina, in udienza stamani, al terzo giorno di requisitoria al processo di Grosseto sul naufragio della Costa Concordia. Questa è l'udienza in cui l'accusa farà le richieste di condanna. Francesco Schettino, al momento, è assente dall'aula.

Nel suo intervento il pm Pizza ha attribuito a Schettino l'aggravante della «colpa cosciente» elencando decine di profili di colpa rispetto ai reati di omicidio plurimo colposo, lesioni colpose, naufragio colposo, abbandono di nave, abbandono di incapaci a bordo, mancate comunicazioni alle autorità. «Improvvisare la rotta e con quelle condizioni determina l'aggravante di una mostruosa colpa cosciente», ha detto Pizza. In aula seguono l'udienza il pg di Firenze Tindari Baglione, e il già procuratore di Grosseto, Francesco Verusio.

«Dio abbia pietà di Schettino, perché noi non possiamo averne alcuna»: così il pm Stefano Pizza ha concluso la sua parte di requisitoria al processo sul naufragio della Costa Concordia dopo aver elencato le colpe . Fonte il Mattino