SEZ. DISABILITà NEWS "STACCATE LA SPINA E FATECI MORIRE", L'APPELLO DEI GEMELLI DISTROFICI
INSERITO DA MICHELE PAPPACODA LIZZANELLO - «Staccate la spina e fateci morire»: è la richiesta choc diMarco e Sergio Quarta, fratelli gemelli di 34 anni che da quando ne avevano 10 soffrono della rara distrofia di duchenne. Per questo vivono attaccati ai respiratori, nella loro casa di Merine, una frazione di Lizzanello, nel Salento, accuditi dai genitori.
Entrambi sono costretti a vivere in un letto ma sono attivissimi sui social network e così si relazionano con l'esterno e si informano su tutto. Sergio e Marco vogliono provare nuove terapie, chiedono di essere sottoposti a cure sperimentali, anche con le cellule staminali: vogliono che i luminari della medicina si interessino a loro e che lo facciano anche le istituzioni.
Di qui l'appello che i genitori hanno fatto con una lettera inviata al presidente della Repubblica e ai presidenti di Camera e Senato nonchè ai ministri della Sanità e della Giustizia. Marco e Sergio sono in attesa da mesi del cosiddetto assegno personalizzato, un contributo erogato dalla Regione Puglia attraverso graduatoria stilata dall'ambito territoriale di zona. Loro sono al terzo e quarto posto ma, pare a causa dei ricorsi presentati da chi in graduatoria non è entrato, i tempi si stanno allungando ancora. E, soprattutto, chiedono che venga loro consegnata la somma di 300.000 euro, erogata in due tranche, nel 2004 (96.000 euro) e nel 2006 (200.000 euro), dalla Regione Puglia al Comune di Lizzanello di cui, però, la famiglia Quarta non ha traccia. Antonio Quarta, il padre di Marco e Sergio, ha presentato denuncia alla Guardia di finanza e alla magistratura «ma il fascicolo - dice - è fermo sul tavolo del pm a prendere polvere». «I miei figli - scrive Antonio nella lettera inviata a a Napolitano - hanno chiesto di essere staccati dai respiratori e siamo riusciti a far cambiare loro idea. Diverse volte ho pensato di farmi giustizia da solo. Ma poi ho pensato a Marco e a Sergio e ho lasciato stare. Mi rivolgo a tutti voi implorandovi in ginocchio di ascoltarmi e di darmi giustizia». I soldi servirebbero alla famiglia per migliorare la condizione di vita dei due gemelli e anche per verificare la possibilità di cure più efficaci.
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