CAMPANIA NEWS Napoli. Albero si abbatte su un'auto: muore una donna al Vomero. Avviso di garanzia a un dirigente del Comune
INSERITO DA ANGELA CECERE
La tragedia in via Aniello Falcone. Dai primi accertamenti è emerso che le radici non riuscivano a sostenere il peso del pino sottoposto a vincoli della Soprintendenza NAPOLI. Un'informazione di garanzia è stata notificata a Palazzo San Giacomo al dirigente dell'Ufficio Parchi e Giardini del Comune di Napoli, architetto Giuseppe Pulli, in relazione alla morte di Cristina Alongi, avvenuta stamattina in via Aniello Falcone, nella zona del Vomero. La morte della donna - che viaggiava a bordo della sua Fiat Panda - è stata causata dal crollo di un grosso albero di pino. La tragedia è avvenuta in una delle strade più eleganti e panoramiche di Napoli, al Vomero. La vittima, sposata e madre di una bimba di nove anni, stava transitando a bordo della propria Fiat Panda quando un pino si è abbattuto sulla sua vettura. Gli abitanti della zona sostengono che, da giorni, era stato lanciato un allarme per la presenza di rami pericolanti ma la notizia non è confermata. Drammatico l'intervento dei vigili del fuoco che hanno dovuto lavorare a lungo e si sono serviti di una autogru per liberare la vettura e raggiungere il cadavere della donna. La salma è stata rimossa intorno alle 13.30 dopo che sul posto è giunto il pm. >>> L'AUTO ESTRATTA DAI RAMI A quanto si è appreso, la salma di Cristina Alongi non sarà sottoposta ad autopsia dal momento che le cause della morte sono evidenti, ma soltanto a un esame esterno da parte del medico legale. Gli investigatori hanno rintracciato i familiari della donna grazie al suo cellulare trovato nell'auto: hanno così preso contatto con il fratello che poi ha avvertito il marito della vittima. L'uomo si è precipitato sul posto preoccupatissimo che nell'auto ci fosse la loro bimba di 8 anni. Ma non era così. >>> LA SCENA DELLA TRAGEDIA DALL'ALTO Le indagini sulla caduta del pino sono delegate dai carabinieri della Compagnia Vomero e coordinate dal pm Giovanni Corona, il quale ha disposto il sequestro delle radici e di una parte del tronco dell'albero nonché di un abete adiacente che appare inclinato. Dai primi accertamenti è emerso che le radici del pino erano superficiali e non in grado di sostenere il peso dell'enorme tronco anche perchè non avevano nel sottosuolo spazio sufficiente per espandersi, strette com'erano tra la strada e un terrapieno. L'albero era inoltre sottoposto a vincoli dalla Soprintendenza.
IL MATTINO
10.06.2013.